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Cronaca
18 Dicembre 2025 - 20:58
Asti, ipotesi corsa clandestina nello schianto che ha ucciso Matilde Baldi
L’ipotesi di una corsa clandestina si fa strada nelle indagini sull’incidente che ha provocato la morte di Matilde Baldi, vent’anni, residente a Montegrosso d’Asti. La giovane è deceduta la sera del 16 dicembre, dopo cinque giorni di ricovero in condizioni critiche all’ospedale di Alessandria. Le ferite riportate nello schianto erano apparse gravi fin dal primo momento e gli sforzi dei medici non sono riusciti a salvarla. La famiglia ha autorizzato l’espianto degli organi.
L’incidente risale a giovedì 11 dicembre. Erano da poco passate le 20.30 quando la Fiat 500 su cui viaggiavano Matilde e la madre, Elvia Pia, è stata tamponata con estrema violenza lungo la A33 Asti-Cuneo, nei pressi di Asti. Alla guida dell’utilitaria c’era la madre, che ha riportato gravi traumi al volto ma non è in pericolo di vita. L’urto è stato provocato da una Porsche 911 GT3 con targa tedesca, che procedeva nella stessa direzione di marcia.
Gli elementi raccolti nelle ore successive hanno spinto la Procura di Asti ad aprire un fascicolo per omicidio stradale, affidando le indagini alla Polizia Stradale di Bra. Gli investigatori stanno analizzando le immagini delle telecamere presenti lungo il tratto e numerose testimonianze. Proprio da queste verifiche emerge il sospetto che, al momento dell’impatto, lungo la carreggiata viaggiassero almeno due Porsche. Le auto avrebbero proceduto a velocità molto elevata, con tratti percorsi ben oltre i limiti consentiti.
Secondo quanto emerso, i conducenti sarebbero imprenditori astigiani. Per uno di loro risulta una precedente conoscenza da parte delle forze dell’ordine. La ricostruzione parziale indica che una delle vetture avrebbe colpito la Fiat 500 a una velocità stimata attorno ai 200 chilometri orari, un dato che resta in fase di accertamento tecnico. Le verifiche proseguono per determinare con precisione le dinamiche della collisione e l’eventuale coinvolgimento dell’altra Porsche vista sulla stessa carreggiata.
La morte di Matilde ha scosso l’intera comunità di Montegrosso d’Asti, dove la giovane viveva con la famiglia. Un dolore condiviso anche dai colleghi del Caffè Vergnano del centro commerciale Il Borgo, dove lavorava, e dalle compagne della squadra Play Asti, che si erano recate più volte in ospedale nei giorni del ricovero. In paese il ricordo della ragazza è accompagnato da un senso di sgomento e da molte domande ancora senza risposta.
Gli inquirenti lavorano ora su ogni dettaglio utile a chiarire le responsabilità. L’analisi dei filmati, dei tracciati telefonici e delle condizioni dei veicoli dovrà definire se quella notte l’arteria autostradale sia stata teatro di una gara non autorizzata. L’obiettivo è ricostruire ogni passaggio della sequenza di eventi che ha portato allo schianto e alla morte della ventenne.
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