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Cronaca

Intossicato dal monossido all’alba: 31enne in camera iperbarica

Intossicazione da monossido a Verzuolo: 31enne in camera iperbarica, tre al Savigliano. Indagini su impianto di riscaldamento.

Intossicato dal monossido

Intossicato dal monossido all’alba: 31enne in camera iperbarica

L’alba di giovedì 27 novembre ha portato un allarme improvviso nella frazione di Villanovetta, a Verzuolo, nel Cuneese. Erano circa le 6.30 quando la centrale del 118 ha ricevuto una chiamata urgente per una sospetta intossicazione da monossido di carbonio all’interno di un immobile residenziale. Un giovane straniero di 31 anni è stato trovato in condizioni gravissime, privo di lucidità e con sintomi compatibili con un’esposizione prolungata al cosiddetto “killer silenzioso”.

I sanitari hanno capito subito la gravità del quadro e hanno disposto il trasferimento immediato a Torino, in codice rosso, dove il ragazzo è stato preso in carico da una equipe specializzata e sottoposto a trattamento in camera iperbarica, fondamentale nei casi più severi per liberare l’emoglobina dal monossido e ristabilire la corretta ossigenazione.

Nello stesso stabile, al piano inferiore, vivevano altre tre persone. Anche loro sono state evacuate e accompagnate al pronto soccorso di Savigliano in codice verde, per controlli precauzionali. Nessuna di loro presenta sintomi gravi, ma la decisione di trasferirle in ospedale è stata immediata, proprio per scongiurare eventuali effetti tardivi dell’esposizione al gas.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, impegnati nelle operazioni di messa in sicurezza e nelle prime verifiche ambientali, insieme alle squadre sanitarie. L’area è stata ventilata e monitorata per diverse ore per escludere ulteriori rischi e per garantire che la concentrazione di monossido non tornasse a salire.

Le cause dell’intossicazione restano al momento da chiarire. Gli investigatori stanno valutando l’ipotesi di un malfunzionamento dell’impianto di riscaldamento, ma non si escludono altre possibilità. I tecnici hanno avviato una serie di controlli sulle linee di aerazione, sulle canne fumarie e sui sistemi di combustione, per capire dove e come si sia accumulato il gas. Un lavoro delicato, che dovrà stabilire se si tratti di un problema strutturale, di una mancata manutenzione o di un evento improvviso e imprevedibile.

Ogni episodio di questo tipo riporta alla ribalta la pericolosità estrema del monossido di carbonio: incolore, inodore, insidioso, capace di colpire senza dare il minimo segnale. È proprio questa caratteristica a renderlo letale e a trasformare la prevenzione in una vera necessità: controlli periodici, verifiche delle canne fumarie, aerazione costante nei locali dove si usano apparecchi a combustione e l’installazione di rilevatori certificati possono salvare vite. Si tratta di buone pratiche che soprattutto nei mesi freddi, quando gli impianti lavorano di più, diventano essenziali.

A Verzuolo, intanto, resta la preoccupazione per le condizioni del 31enne, ancora sotto stretto monitoraggio. La comunità attende aggiornamenti e gli abitanti dello stabile stanno collaborando con i tecnici per fornire tutte le informazioni utili. Il caso diventa un monito tangibile sull’importanza della sicurezza domestica: una fuga invisibile può trasformare una notte qualsiasi in un’emergenza drammatica.

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