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Cronaca

Violenza in carcere ad Aosta: giovane agente finisce in ospedale

L’Osapp denuncia l’ennesimo episodio di violenza nel carcere valdostano

Violenza in carcere ad Aosta

Violenza in carcere ad Aosta: giovane agente finisce in ospedale (foto di repertorio)

Un trasferimento di routine è diventato l’ennesimo episodio di violenza all’interno del carcere di Brissogne, in Valle d’Aosta. Nel pomeriggio, un detenuto ha colpito con estrema brutalità un giovane agente della polizia penitenziaria, sferrandogli un pugno in pieno volto durante le procedure di consegna e prelievo per un trasferimento verso Torino. A denunciare l’accaduto è l’Osapp, che parla di aggressione gravissima e di un clima ormai insostenibile per il personale.

Secondo quanto riferito dal sindacato, il detenuto avrebbe colpito l’agente «senza alcun motivo», cogliendolo di sorpresa e causando ferite tali da richiedere il trasferimento immediato al Pronto soccorso dell’ospedale di Aosta. L’agente risulta tuttora ricoverato. L’Osapp rimarca anche l’assenza di supporto da parte della struttura penitenziaria nella fase successiva all’aggressione, un dettaglio che alimenta ulteriormente la tensione interna.

Il segretario generale dell’Osapp Leo Beneduci non usa giri di parole. «Il carcere di Aosta è da tempo noto per la sua complessità e per il ripetersi di episodi intollerabili», afferma, ricordando come alcuni agenti avessero già definito il servizio a Brissogne come un lavoro “tossico”. «Purtroppo i fatti continuano a confermarlo: i poliziotti sono ormai bersaglio di una popolazione detenuta sempre più violenta e aggressiva».

Il sindacato denuncia una situazione che, a suo dire, peggiora da anni in assenza di interventi strutturali. Beneduci ricorda gli appelli rivolti alle massime cariche dello Stato: «A nulla sono valsi i nostri reiterati appelli rivolti al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella».

L’Osapp chiede un intervento urgente sul piano organizzativo e gestionale, sottolineando come la direzione penitenziaria non abbia ancora adottato correttivi adeguati. «Confidiamo che intervengano presso le autorità penitenziarie, al momento assenti per l’adozione dei correttivi senza i quali il carcere continuerà ad essere un marasma senza organizzazione né finalità», conclude Beneduci.

L’aggressione di Brissogne riaccende dunque i riflettori su una crisi ormai strutturale del sistema carcerario italiano, dove organici insufficienti, condizioni operative complesse e un clima di crescente ostilità rendono il lavoro degli agenti sempre più rischioso e privo di tutele reali.

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