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Cronaca

Odore nelle scale e porte chiuse: trovato 85enne morto in casa a Torino. Il corpo era lì a giorni

Allarme dei vicini, trovato morto un 85enne: intervengono le autorità, si ipotizzano cause naturali

Odore nelle scale e porte chiuse: trovato 85enne morto in casa a Torino. Il corpo era lì a giorni

Odore nelle scale e porte chiuse: trovato 85enne morto in casa a Torino. Il corpo era lì a giorni (immagine di repertorio)

Un odore acre, persistente, impossibile da ignorare. È stato questo a far scattare l’allarme, questa mattina, in via Campiglia 28 a Torino, dove i condomini hanno chiamato i soccorsi dopo essersi accorti che qualcosa non tornava. La puzza si era diffusa rapidamente lungo la tromba delle scale, invadendo il pianerottolo del primo piano. Quando i vigili del fuoco hanno aperto la porta dell’appartamento, la scena che si sono trovati davanti ha confermato i timori di tutti: all’interno c’era il corpo senza vita di un uomo italiano di 85 anni, ormai in avanzato stato di decomposizione.

L’intervento è stato immediato e coordinato. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco, i sanitari della Croce Reale per conto del 118 Azienda Zero e gli agenti della polizia locale; in un secondo momento sono intervenuti anche gli operatori della polizia di Stato. Nonostante l’attenzione e la scrupolosità dei rilievi, già dai primi riscontri è apparso chiaro che non c’erano segni di violenza né elementi che facessero pensare a responsabilità esterne. L’uomo sarebbe morto in casa da diversi giorni, verosimilmente per cause naturali. L’ultima volta in cui era stato visto in vita risalirebbe ad almeno dieci giorni fa, un dato che combacia con le condizioni del corpo e con l’intensità dell’odore che ha allertato l’intero condominio.

Il ritrovamento apre uno squarcio su un aspetto che spesso resta sotto traccia: la solitudine quotidiana degli anziani nelle città, soprattutto per chi vive da solo e non ha una rete costante di contatti. L’intervento dei vicini, che non si sono voltati dall’altra parte e hanno segnalato il problema, ha permesso di porre un termine a un’assenza che rischiava di protrarsi molto più a lungo. È un episodio che richiama l’importanza dei legami di vicinato, dei piccoli gesti che possono fare la differenza, di un’attenzione condivisa che non sostituisce i servizi ma che può offrire una prima barriera contro l’isolamento totale.

Gli accertamenti di rito procederanno nelle prossime ore per definire con esattezza tempi e modalità del decesso, ma l’impianto generale della vicenda appare già delineato. Un uomo anziano, presumibilmente solo da giorni, un condominio che si accorge del silenzio e di un odore anomalo, le squadre dei soccorsi che intervengono e fanno una scoperta inevitabilmente dolorosa. Non ci sono indagini aperte per ipotesi di reato: la morte, dalle prime valutazioni, è compatibile con un malore improvviso.

Il caso di via Campiglia non è purtroppo un’anomalia nella cronaca cittadina, ma ogni episodio porta con sé una stessa domanda: come intercettare prima le solitudini più fragili? L’assistenza domiciliare, i servizi territoriali e i progetti di prossimità rappresentano strumenti fondamentali, ma nessun sistema può essere completamente efficace senza la partecipazione discreta e attenta della comunità. Anche oggi è stata proprio questa attenzione ordinaria, nata da ciò che accade sulle scale di un palazzo, a interrompere il silenzio attorno a un uomo che non c’era più.

In attesa degli ultimi rilievi, resta il dato più umano: un vicino che manca, una porta che non si apriva più, una città che ancora una volta si trova a fare i conti con l’invisibilità delle vite solitarie.

Immagine di repertorio

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