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Cronaca

Tabacco illecito nascosto nei magazzini del “quadrilatero” di Cuneo, maxi-sequestro della Finanza

Cuneo, 15 kg di tabacco orale sequestrati in due negozi del “quadrilatero” dalla Guardia di Finanza

Tabacco illecito

Tabacco illecito nascosto nei magazzini del “quadrilatero” di Cuneo, maxi-sequestro della Finanza

Dietro l’apparente normalità di scaffali ordinati, tra pacchi di pasta e file di conserve, gli uomini della Guardia di Finanza hanno trovato tutt’altro. Nascosti nei magazzini di due negozi del cosiddetto “quadrilatero” di Cuneo c’erano quindici chilogrammi di tabacco per uso orale, un prodotto vietato in Italia e pronto, secondo gli inquirenti, a rifornire il mercato clandestino. Il controllo, mirato proprio ai punti vendita di prossimità dove spesso si testano le frontiere della legalità commerciale, si è trasformato in un sequestro capace di rivelare un frammento significativo di un circuito parallelo, organizzato e tutt’altro che improvvisato.

I finanzieri hanno individuato confezioni prive del contrassegno di Stato, senza alcuna documentazione fiscale o commerciale in grado di attestarne la provenienza. Una mancanza che non è solo un’irregolarità burocratica, ma un campanello d’allarme che smaschera l’intera natura della merce: prodotto non controllato, non tracciato e destinato a un canale illecito dove qualità, composizione e sicurezza del consumatore restano elementi indefiniti. L’intero quantitativo, circa quindici chilogrammi, è stato immediatamente sequestrato.

Il tabacco era nascosto nei magazzini, lontano dagli ambienti aperti al pubblico. Una strategia classica nel commercio clandestino, dove la visibilità zero dei depositi interni viene sfruttata per eludere controlli a campione e ridurre il rischio che la merce irregolare finisca sotto gli occhi degli ispettori. La zona interessata, il “quadrilatero”, è uno dei poli commerciali più densi della città, un labirinto di attività dove il flusso costante di clienti può diventare, per chi tenta scorciatoie illecite, una copertura involontaria.

La normativa italiana parla chiaro: la vendita di tabacco per uso orale è vietata in tutto il Paese. La sola detenzione integra il reato di contrabbando di tabacchi lavorati, in assenza dei sigilli e delle certificazioni necessarie a garantirne la tracciabilità. La tutela del consumatore e delle entrate fiscali passa proprio da qui, dai contrassegni e dalla documentazione che accompagnano ogni prodotto regolare. La loro assenza non è una svista, ma un indicatore preciso di un canale opaco che agisce fuori da ogni controllo.

La rilevanza di questa operazione va oltre i numeri del sequestro. I quindici chili di prodotto rappresentano un quantitativo che difficilmente può essere attribuito a iniziative isolate. Indica, piuttosto, l’esistenza di un canale di approvvigionamento strutturato, una rete che intercetta una domanda sommersa ma evidentemente costante. Un mercato parallelo che non riguarda solo chi vende, ma anche chi compra, alimentando una filiera che si sottrae a ogni regola e a ogni garanzia.

Il controllo della Guardia di Finanza torna così a ricordare quanto sottile possa essere, nei punti vendita urbani, la linea di confine tra normale attività commerciale e sistemi irregolari pronti a sfruttare ogni spiraglio. Contrastare questo fenomeno significa agire contemporaneamente su più piani: proteggere il consumatore, difendere la legalità economica, preservare la concorrenza leale e impedire che i negozi diventino intercapedini per lo smistamento di prodotti illeciti.

Per il commercio locale è anche un monito: la responsabilità di filiera non si esaurisce nella vendita al dettaglio. Ogni passaggio, ogni documento, ogni confezione è parte di un sistema che deve rimanere trasparente, tracciabile e conforme alle regole che governano il settore dei tabacchi lavorati, uno dei più regolati d’Europa. In un’area come quella del quadrilatero, dove l’intensità commerciale crea un tessuto complesso e variegato, l’azione delle forze dell’ordine diventa un presidio essenziale contro le derive di un mercato che, quando scivola nell’irregolare, aumenta rischi, concorrenza sleale e vulnerabilità dei consumatori.

La vicenda di Cuneo, con il suo carico di tabacco nascosto tra i magazzini, è l’ennesima dimostrazione di quanto il contrasto al commercio illecito passi attraverso controlli costanti, letture puntuali del territorio e interventi che non si limitano alla superficie delle attività commerciali, ma entrano nei loro spazi più riservati.

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