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Cronaca

Addio a Mario Coda, ultimo erede del socialismo riformista biellese

Uomo di cultura e impegno civile, ha dedicato la vita alla memoria storica del movimento operaio

Addio a Mario Coda

Addio a Mario Coda, ultimo erede del socialismo riformista biellese

Si è spento a 91 anni Mario Coda, figura storica del socialismo riformista biellese, uomo di cultura, politico di lungo corso e punto di riferimento per la memoria collettiva del suo territorio. Con lui se ne va un testimone di una stagione politica fatta di passione civile, di rigore intellettuale e di profondo senso delle istituzioni. Un uomo che ha saputo coniugare l’impegno politico con la riflessione culturale, mantenendo sempre viva la lezione del socialismo democratico e umanista che ha segnato il Novecento italiano.

Coda ha dedicato tutta la sua vita al Biellese, terra di lavoro e di solidarietà, di cui ha raccontato la storia e difeso l’identità con una costanza rara. È stato amministratore locale, studioso della storia del movimento operaio e curatore di iniziative culturali volte a riscoprire le radici sociali e politiche di una comunità che ha vissuto sulla propria pelle le trasformazioni economiche e civili dell’Italia industriale. La sua figura ha unito due anime spesso distanti: quella del politico attivo e quella dell’intellettuale appassionato di libri e archivi, capace di leggere la storia locale con lo sguardo ampio di chi crede nella memoria come strumento di libertà.

A ricordarlo, con parole cariche di affetto e riconoscenza, è stato il ministro Gilberto Pichetto, biellese come lui: «Con Mario Coda se ne va un amico e compagno di un lungo tratto di vita politica e umana, e un pezzo importante della nostra storia comune, fatta di impegno, lealtà e passione per la cosa pubblica. Studioso attento di storia, Coda ha sempre unito alla riflessione culturale un profondo senso delle istituzioni e del servizio alla comunità. La sua dedizione alla politica, vissuta come impegno civile, resta un esempio prezioso per le nuove generazioni. Lo ricorderò con affetto e gratitudine».

Le parole del ministro riassumono bene l’essenza di un uomo che ha fatto della politica una missione morale. Nei decenni in cui l’impegno civile si intrecciava con la crescita economica del territorio, Mario Coda ha rappresentato una voce coerente e lucida, mai disposta a cedere al cinismo o alla superficialità. La sua formazione socialista lo ha portato a difendere la centralità della cultura come veicolo di emancipazione e la partecipazione civica come fondamento della democrazia.

Nel corso degli anni, Coda ha raccolto un’enorme collezione di libri, documenti e testimonianze sul movimento socialista e operaio biellese, un patrimonio di conoscenze oggi conservato presso la Camera del Lavoro di Biella. Un archivio vivo, che continua a raccontare le storie dei lavoratori, dei sindacati, delle battaglie sociali e delle conquiste civili che hanno segnato la storia del Piemonte e dell’Italia del Novecento. Il suo lavoro di ricerca e di conservazione è stato riconosciuto da storici e studiosi come un contributo fondamentale alla ricostruzione della memoria politica locale.

Per molti biellesi, Mario Coda è stato anche un maestro silenzioso, un uomo che ha scelto la discrezione come stile, ma che non ha mai smesso di credere nella forza delle idee. Chi lo ha conosciuto lo descrive come una persona di grande sobrietà e coerenza, capace di dialogare con tutti e di affrontare il dibattito politico con rigore e rispetto. Non cercava applausi, ma risultati concreti per la collettività. La sua passione per la lettura e per la scrittura lo accompagnava in ogni momento: era solito dire che “la cultura non cambia il mondo da sola, ma aiuta a non farsi cambiare da esso”.

La sua scomparsa lascia un vuoto profondo non solo nel mondo politico biellese, ma anche in quello culturale e civile. Coda apparteneva a una generazione che vedeva nella politica una forma di servizio, e non un mestiere. Per lui, l’impegno amministrativo era parte di un percorso più ampio, in cui il confronto delle idee, la ricerca storica e la promozione della cultura erano strumenti per rafforzare il senso di comunità.

Il suo archivio personale, frutto di decenni di lavoro e di passione, rimane oggi la sua eredità più preziosa: un ponte ideale tra passato e futuro, tra le lotte del movimento operaio e la necessità, sempre attuale, di difendere i valori della giustizia sociale, della solidarietà e del rispetto delle istituzioni.

Nel ricordo di chi lo ha conosciuto, Mario Coda resta un esempio di integrità, impegno e cultura civile. Un uomo che ha creduto nella politica come forma alta di umanità, e nella memoria come radice di ogni progresso.

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