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Cronaca
29 Ottobre 2025 - 09:31
Rete di spaccio smantellata nel torinese: droga vicino a scuole e ospedali, anche minori usati come corrieri
Spacciavano ovunque: davanti alle scuole, nei pressi dell’ospedale, perfino vicino ai centri di recupero per tossicodipendenti e alla stazione ferroviaria di Pinerolo. Luoghi dove la fragilità sociale dovrebbe trovare protezione, non essere terreno fertile per la droga. È qui che i carabinieri hanno scoperto e smantellato una rete di spaccio organizzata, capace di muoversi tra le vie della città con una disinvoltura inquietante, servendosi persino di minorenni per eludere i controlli.
L’indagine, coordinata dalla Procura e condotta dal Comando Compagnia Carabinieri di Pinerolo, ha richiesto mesi di lavoro. Intercettazioni telefoniche, pedinamenti, appostamenti, controlli mirati. Tassello dopo tassello, i militari hanno ricostruito il quadro di un’attività di spaccio capillare, gestita con metodo quasi aziendale. Le cessioni avvenivano a ogni ora del giorno, in zone sensibili e affollate: il piazzale della stazione, le aree verdi attorno alle scuole, persino le vicinanze dell’ospedale civile.
Secondo quanto emerso, i pusher si servivano spesso di terzi soggetti o adolescenti per consegnare la droga, così da ridurre il rischio di essere colti in flagranza. Un espediente che dimostra un grado di organizzazione non improvvisato, ma capace di adattarsi ai controlli sul territorio. «Si tratta di gruppi dinamici, con una logica di sostituzione continua — spiegano fonti investigative —: chi viene fermato, viene immediatamente rimpiazzato da un altro».
Nel corso delle operazioni sono state accertate quasi 200 cessioni di sostanza stupefacente. Le dosi venivano spesso vendute in strada o consegnate direttamente agli assuntori dopo appuntamenti fissati via chat. Gli acquirenti, per lo più giovani tra i 20 e i 35 anni, venivano sorpresi poco dopo l’acquisto con dosi di crack, hashish, marijuana e cocaina, immediatamente sequestrate. Il volume e la frequenza delle transazioni hanno permesso agli inquirenti di delineare un sistema strutturato, con ruoli precisi e un flusso di denaro costante.

L’operazione, conclusa nelle scorse ore, ha portato all’arresto di un uomo e all’emissione di sei divieti di dimora nel Comune di Pinerolo nei confronti di altrettanti indagati. Tutti sono accusati di spaccio continuato e aggravato, con l’aggravante, per alcuni, di aver impiegato minori. Le perquisizioni domiciliari hanno permesso di recuperare materiale per il confezionamento, bilancini di precisione e piccole quantità di droga pronte per la vendita.
Non si tratta, spiegano gli investigatori, di un cartello organizzato secondo gerarchie classiche, ma di una rete orizzontale, con contatti diretti tra spacciatori e clienti, e una costante capacità di rifornimento. Gli approvvigionamenti arrivavano da Torino e dal sud del Piemonte, poi la distribuzione avveniva in modo frammentato sul territorio pinerolese, con una rete di piccoli intermediari e “staffette” usate come copertura.
Le zone intorno alla stazione ferroviaria e al centro storico erano diventate veri e propri punti di riferimento per lo smercio, tanto che alcuni residenti avevano iniziato a segnalare movimenti sospetti da settimane. Le indagini hanno poi confermato che le attività di spaccio si intensificavano soprattutto negli orari di uscita da scuola e nelle ore serali, quando la città si svuota e i controlli si diradano.
La scelta di agire nei pressi di strutture sanitarie e scolastiche aggiunge un elemento di gravità. «Colpisce la spregiudicatezza di chi, pur consapevole della presenza di minori e persone fragili, ha continuato a muoversi in zone di forte vulnerabilità sociale», sottolineano gli investigatori. Un comportamento che, se confermato, potrebbe far scattare ulteriori aggravanti in sede giudiziaria.
L’inchiesta, oltre a restituire alla città un po’ di sicurezza, riaccende il dibattito sulla pressione del microspaccio nelle aree urbane e sul ruolo delle reti giovanili nel traffico locale di stupefacenti. Il fenomeno, spiegano i carabinieri, non è isolato: Pinerolo rappresenta un nodo di passaggio tra il Torinese e il Cuneese, e le rotte della droga seguono spesso le stesse vie dei pendolari.
Per ora, i carabinieri non escludono sviluppi. L’obiettivo è risalire la catena dei rifornimenti, capire chi controlla i flussi e in che misura il mercato locale sia connesso a realtà più ampie. Ma un dato appare già certo: la città, come molte altre del Piemonte, non è più solo un luogo di consumo, bensì anche di distribuzione. E questa consapevolezza impone nuove strategie di contrasto, che vadano oltre la repressione.
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