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Cronaca
28 Ottobre 2025 - 18:28
Don Carlo Occelli rompe il silenzio: “Non ho mai avuto rapporti con una minorenne” (VIDEO)
«Good morning a tutti voi e buona giornata. Come sapete, la scorsa settimana sono stato travolto da un enorme scandalo». Con queste parole, pronunciate nel suo ultimo video pubblicato su YouTube, don Carlo Occelli, conosciuto dai suoi follower come “don Ocio”, ha deciso di rompere il silenzio a pochi giorni dal patteggiamento a 20 mesi per abusi sessuali su una minore.
Il sacerdote, seguito da quasi quattromila iscritti al suo canale, ha scelto di parlare direttamente ai fedeli, dopo che il vescovo di Cuneo-Fossano gli aveva chiesto di sospendere temporaneamente i video del suo format quotidiano Good Morning, che per anni aveva accompagnato riflessioni sul Vangelo. «Giustamente il vescovo mi ha chiesto di interrompere questi video per un po’, e io sono d’accordo con lui — ha spiegato — ma non potevo far finta di nulla e non dire nulla di ciò che è accaduto, soprattutto del modo in cui alcune testate giornalistiche lo hanno comunicato».
Nel filmato, don Occelli ha contestato la rappresentazione mediatica della vicenda: «È stato incredibile pensare come dei fatti non accertati possano essere trasformati in fatti realmente accaduti. Non entro nel merito dei fatti, ma voglio condividere una cosa: leggo testualmente quanto riportato da un articolo che diceva “Don Carlo Occelli, conosciuto come don Ocio, su YouTube ha avuto rapporti con una parrocchiana da quando lei aveva meno di 16 anni”. Questo ha creato scandalo, ed è normale che lo abbia suscitato, ma chi legge una frase così pensa immediatamente che io abbia avuto rapporti sessuali con una minorenne».
Il sacerdote ha poi aggiunto, con tono deciso: «Non entro nel merito di questa relazione con una persona che oggi ha 27 anni, ma una cosa la posso dire con chiarezza e senza paura di essere smentito: io non ho mai avuto rapporti sessuali con una minorenne e, a dire la verità, neppure sono stato accusato di questo».
Il riferimento è alla ragazza che, all’epoca dei fatti, non aveva ancora compiuto 16 anni, e che ha descritto la relazione come “consenziente”. Sul piano giuridico, ciò non esclude la rilevanza penale, poiché la legge tutela in modo particolare i minori, soprattutto in contesti educativi o religiosi, dove la differenza di ruoli amplifica la vulnerabilità.
Occelli, che aveva lasciato l’incarico di parroco del Cuore Immacolato di Cuneo ed è ora destinato a un progetto Caritas fuori diocesi, non ha chiarito nel video i motivi del patteggiamento, ma ha accennato alla scelta: «In voi rimarranno molti interrogativi. Allora, perché il patteggiamento? Perché non difendersi nel processo? A queste domande sono disponibile a rispondere, ma in forma privata. Chi vorrà potrà scrivermi o chiamarmi, non per curiosità, ma per condividere un pezzo di strada, anche se tormentato».
Poi, un ringraziamento a chi gli è rimasto accanto: «In questi giorni ho ricevuto tante condanne e insulti, ma anche centinaia di messaggi, telefonate e mail di solidarietà umana e spirituale. Grazie a chi mi è stato semplicemente e discretamente vicino». Ha concluso citando San Paolo: «Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene. Ci proverò e spero che ci proveremo tutti insieme. Continuiamo a pregare gli uni per gli altri, per le sofferenze di tutte le parti coinvolte».
La diocesi di Cuneo-Fossano, nel frattempo, ha confermato di aver aperto un processo canonico per valutare eventuali misure ecclesiastiche. La decisione di assegnare don Occelli a un incarico lontano dalla parrocchia rientra nella linea di tutela delle comunità e di attesa degli esiti canonici.
Il patteggiamento, ottenuto in sede penale, non equivale a una confessione pubblica ma comporta una condanna e la chiusura del procedimento con effetti giuridici definitivi. Una scelta che, al di là del linguaggio legale, lascia aperti molti interrogativi.
La comunità cuneese, che aveva imparato a conoscere don Ocio come un prete moderno e comunicativo, si ritrova ora divisa tra solidarietà e disorientamento. Il sacerdote, nel concludere il video, ha affidato a un ultimo pensiero la sua speranza: «Mi affido al Cuore Immacolato di Maria». Ma per molti fedeli, la richiesta di preghiera non basta: servono trasparenza e chiarezza, per sanare una ferita che non riguarda solo un uomo, ma la fiducia stessa nel ruolo educativo e spirituale della Chiesa.
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