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Cronaca
23 Ottobre 2025 - 10:38
Ucciso a coltellate a Collegno: è Marco Veronese il 39enne ucciso da 13 fendenti. Killer in fuga (immagine di repertorio)
È stato ucciso sotto casa, a pochi metri dall’ingresso dell’abitazione dei genitori, dove era tornato a vivere dopo la separazione. Marco Veronese, 39 anni, titolare di una ditta di videosorveglianza, è la vittima dell’omicidio che ha sconvolto Collegno nella notte tra mercoledì 22 e giovedì 23 ottobre. L’uomo è stato colpito con almeno tredici coltellate al torace e all’addome, in un agguato che si è consumato tra via Sabotino e corso Francia, poco dopo l’una e mezza.
A dare l’allarme è stata una passante, che ha udito urla disperate e una voce gridare «Che cosa fai?», seguita da insulti. Quando sul posto sono arrivati i Carabinieri di Collegno e Rivoli e un’ambulanza del 118 di Azienda Zero, Veronese era riverso sull’asfalto, agonizzante in una pozza di sangue. I sanitari hanno tentato di rianimarlo per diversi minuti, ma le ferite erano troppo profonde: è morto prima di poter essere trasportato in ospedale.
L’assassino, descritto come un uomo incappucciato, si sarebbe allontanato a piedi nel buio, facendo perdere ogni traccia. Da quella notte è caccia al killer. Sul caso indagano i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Torino, che stanno lavorando sotto la direzione della Procura di Torino per chiarire la dinamica del delitto e individuare il responsabile.
Le prime analisi indicano che l’aggressione è avvenuta all’improvviso, con una violenza tale da far pensare a un atto premeditato o a un forte movente personale. Gli inquirenti non escludono tuttavia alcuna ipotesi: dalla lite degenerata a un possibile regolamento di conti, fino a un agguato pianificato.
La scena del crimine, una viuzza residenziale poco illuminata, è stata transennata per tutta la notte. Gli investigatori hanno eseguito rilievi tecnico-scientifici alla ricerca di impronte, tracce biologiche e residui di sangue che possano condurre all’identificazione dell’assassino. Le telecamere di sorveglianza installate lungo corso Francia e nelle vie limitrofe sono già state acquisite: i filmati verranno analizzati fotogramma per fotogramma, nella speranza di individuare il percorso di fuga o eventuali contatti della vittima prima del delitto.
Veronese era separato da alcuni anni e, dopo la fine del matrimonio, aveva scelto di tornare a vivere con i genitori pensionati in via Sabotino. Gestiva una piccola attività nel settore della sicurezza e, secondo quanto emerso, non aveva precedenti penali. Mercoledì aveva trascorso la giornata lavorando come di consueto. Gli investigatori stanno ora ricostruendo gli ultimi spostamenti e le comunicazioni telefoniche della serata per capire se avesse un appuntamento o se avesse incontrato qualcuno prima di essere aggredito.
Una vicina ha raccontato di aver udito chiaramente un alterco improvviso, seguito da urla e poi dal silenzio. Pochi istanti dopo, le sirene dei soccorsi hanno squarciato la quiete del quartiere. «Sembrava una discussione accesa, poi ho sentito gridare e ho capito che stava succedendo qualcosa di grave», avrebbe riferito la testimone agli inquirenti.
Le indagini puntano anche a stabilire se Veronese potesse essere stato minacciato o seguito nei giorni precedenti. Non risultano denunce recenti, ma i Carabinieri stanno esaminando il suo telefono e i contatti online, per verificare se negli ultimi tempi avesse ricevuto messaggi sospetti o avesse conosciuto nuove persone.
L’autopsia, disposta dalla Procura, sarà eseguita presso l’Istituto di Medicina Legale di Torino e servirà a definire con precisione l’ora esatta del decesso, la sequenza dei colpi e il tipo di arma usata, che non è stata ancora ritrovata. Gli inquirenti ritengono che l’assassino possa aver agito con un coltello a lama lunga, probabilmente abbandonato durante la fuga o nascosto poco distante dal luogo del delitto.
Nelle ore successive all’omicidio, i Carabinieri hanno intensificato i controlli nei quartieri di Collegno, Grugliasco e Rivoli, ispezionando garage, cortili e aree verdi. Finora, tuttavia, nessuna traccia dell’assassino.
Un omicidio brutale, consumato in pochi secondi davanti all’ingresso di casa, che lascia aperti interrogativi e nessuna certezza. Chi conosceva Marco Veronese lo descrive come un uomo riservato e dedito al lavoro, senza particolari conflitti. Ma la ferocia dell’aggressione fa pensare a una rabbia mirata, forse esplosa in seguito a un incontro atteso o a una discussione improvvisa.
Il fascicolo d’indagine, aperto per omicidio volontario, è nelle mani del magistrato di turno della Procura di Torino, che ha disposto una serie di accertamenti tecnici e l’ascolto di tutti i residenti della zona.
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