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Cronaca
22 Ottobre 2025 - 16:06
Ordigno bellico nel torrente a Bardonecchia, chiusure e bonifica lampo (foto d'archivio)
Un residuato bellico riaffiora nel greto del torrente. Allarme a Bardonecchia, dove nella serata di martedì 21 ottobre è stato rinvenuto un ordigno bellico inesploso nel greto del torrente Rochemolles, all’altezza del ponte di via Torino. Il ritrovamento ha portato alla chiusura immediata dell’accesso principale al paese dal lato della Statale 335, con conseguente interruzione del traffico in una delle arterie più frequentate dell’Alta Valsusa.
Il proiettile d’artiglieria, in pessimo stato di conservazione, è stato individuato durante alcuni lavori di scavo della Smat nella zona tra via Susa e via Torino, nei pressi del distributore di carburanti Eni. A notarlo sono stati alcuni operai, che hanno immediatamente avvertito le forze dell’ordine. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri, la Polizia Locale, i Vigili del Fuoco e gli artificieri dell’Esercito, che nella mattinata di oggi hanno dato il via alle operazioni di messa in sicurezza e bonifica dell’area.
La sindaca Chiara Rossetti ha firmato un’ordinanza urgente che vieta la circolazione veicolare e pedonale nell’area interessata, precisando che la misura resterà in vigore “fino al termine delle operazioni di bonifica”. Nello stesso provvedimento vengono richiamati i numerosi elementi di rischio legati al ritrovamento: la vicinanza di abitazioni, la presenza di una stazione di servizio a circa cinquanta metri, la linea ferroviaria Torino-Bardonecchia, il tracciato dell’autostrada A32 e il polo artigianale-industriale che ospita i magazzini comunali e la centrale del teleriscaldamento.
La zona è stata completamente interdetta, mentre l’accesso a Bardonecchia è ora possibile solo attraverso il sottopasso ferroviario di via Medail, che consente di raggiungere il centro paese. La Polizia Municipale ha presidiato i varchi per deviare la viabilità locale e garantire il passaggio dei mezzi di soccorso.
Le operazioni di disinnesco e bonifica, coordinate dal 10º Reggimento Genio Guastatori di Cremona, si preannunciano lunghe e delicate, data la condizione corrosa dell’ordigno e la complessità del contesto ambientale. L’intervento richiede l’utilizzo di sistemi di protezione e schermatura per evitare rischi derivanti da eventuali cedimenti o detonazioni accidentali.
L’origine dell’ordigno risale con ogni probabilità alla Seconda guerra mondiale, periodo durante il quale l’area dell’Alta Valle di Susa fu teatro di intensi movimenti militari e bombardamenti. Negli ultimi anni non sono mancati altri ritrovamenti simili lungo i corsi d’acqua montani, dove le piene e l’erosione del terreno continuano a far riaffiorare residuati bellici sepolti da decenni.
Nel frattempo, i tecnici comunali e i volontari della protezione civile stanno monitorando costantemente la zona per evitare accessi non autorizzati. L’amministrazione ha raccomandato ai residenti di evitare di avvicinarsi all’area interdetta fino a quando gli artificieri non avranno completato tutte le verifiche di sicurezza.
Il ritrovamento
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