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Cronaca
09 Ottobre 2025 - 00:57
Bardonecchia sconvolta: accuse di molestie e scandali travolgono il comune montano!
Assolto perché il fatto non sussiste. Fine di un incubo per Alessandro Lovera, ex comandante della polizia municipale di Bardonecchia.
Dopo due anni di indagini, titoli a effetto e udienze, il Tribunale di Torino ha chiuso la vicenda giudiziaria che lo vedeva imputato per molestie sessuali, peculato, falso e tentata truffa. Nessuna condanna, nessuna mezza misura: il fatto non sussiste.
La sentenza, pronunciata il 9 luglio 2025, arriva dopo un processo che ha diviso l’opinione pubblica e acceso i riflettori su un piccolo Comune di montagna diventato, suo malgrado, epicentro di una tempesta giudiziaria e mediatica.
Le motivazioni, depositate dal collegio presieduto da Immacolata Iadeluca e redatte dalla giudice Federica Florio, chiariscono che le condotte di Lovera – il bacio sulla guancia, i messaggi su WhatsApp, l’incontro davanti al municipio – hanno avuto un significato umano e relazionale, ma non penale.
Per il Tribunale, infatti, «le ragioni per cui l’imputato ha tenuto le condotte addebitategli non rientrano nel perimetro della norma, in quanto egli non ha agito in modo fastidioso, molesto, prevaricatore, per guadagnarsi uno spazio emotivo che la persona offesa non voleva concedergli».
Il bacio, avvenuto nell’ufficio della sindaca Chiara Rossetti, è stato ricostruito con precisione: «Egli le ha dato un bacio sulla guancia nell’accomiatarla – scrivono le giudici – denotando magari carenza di sintonizzazione emotiva sui confini segnati da Rossetti, ma senza essere né petulante né riprovevole».
Un gesto vissuto come imbarazzante e inopportuno dalla sindaca, ma che – sul piano giuridico – «non risulta penalmente rilevante».
L’inchiesta era nata alla fine del 2022 dalla denuncia della stessa Rossetti, che aveva raccontato di mani sulle braccia, di un bacio ricevuto senza consenso, di messaggi insistenti e di un “agguato” davanti all’ingresso del municipio.
«Lui fa il giro della scrivania, mi stringe a sé accarezzandomi a lungo un braccio, poi mi dà un bacio sulla guancia. Io non ho avuto la prontezza di reagire, ero praticamente attaccata al muro. Sono rimasta stordita, sconvolta, congelata», aveva dichiarato.
Una dipendente comunale raccontò di averla vista piangere poco dopo.
Molestie in Comune
La procura, con la pm Giulia Rizzo, aveva chiesto 3 anni, 8 mesi e 20 giorni di carcere, di cui due mesi e venti per le presunte molestie. Ma il Tribunale ha smontato pezzo per pezzo l’impianto accusatorio, ricordando che anche i messaggi erano reciproci:
«Non si sono concretizzati in una effettiva e significativa intrusione dell’altrui sfera personale, né si sono caratterizzati per petulanza o motivi biasimevoli».
La difesa di Lovera, che da sempre aveva parlato di un rapporto di stima e confidenza, ha definito quel bacio «casto e puro, come a dire: facciamoci coraggio».
Le giudici gli hanno dato ragione: non vi fu molestia, né intenzione di oltrepassare consapevolmente i confini dell’altra persona.
Nella sentenza viene tuttavia riconosciuto «lo stato d’animo serio e doloroso della persona offesa, sia come donna, sia come professionista», ma viene ribadito che «sul piano giuridico la condotta non oltrepassa la soglia dell’antigiuridicità».
Il Tribunale ha inoltre respinto le richieste di risarcimento simbolico da un euro avanzate sia dalla sindaca – assistita dall’avvocato Riccardo Salomone – sia dal Comune di Bardonecchia. Nulla è stato riconosciuto alle parti civili.
Si chiude così uno dei processi più controversi e mediaticamente amplificati degli ultimi anni in Piemonte. Una vicenda che ha sollevato domande sul significato stesso di molestia e sui limiti – sempre più sottili – tra gesto affettuoso e invasione.
Oggi Alessandro Lovera è un uomo assolto, ma profondamente segnato da due anni di sospensione, di sospetti e di gogna mediatica. Chiara Rossetti resta sindaca, ma con una comunità che, più che compattarsi, si è divisa.
E come spesso accade, al di là del verdetto, resta una ferita che non si rimargina facilmente.
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