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Cronaca
20 Ottobre 2025 - 15:10
Torino, muore in carcere un detenuto di 50 anni: pesava 265 chili, inutili i soccorsi (immagine di repertorio)
Un detenuto di 50 anni, originario della Puglia, è morto oggi nel carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino dopo un arresto cardiaco. L’uomo, che pesava circa 265 chili, è stato soccorso dagli operatori del 118, ma ogni tentativo di rianimazione si è rivelato inutile.
Il cinquantenne stava scontando una condanna fino al 2040 per reati di truffa. Le sue condizioni di salute erano da tempo precarie, tanto da aver richiesto una sistemazione particolare. Nei primi giorni di ottobre era stato trasferito dal carcere di Marassi, a Genova, al penitenziario torinese, dove era stata realizzata una cella apposita per accogliere una persona del suo peso e garantirgli spazi compatibili con la sua situazione fisica.
La vicenda del detenuto era già stata oggetto di discussione e polemiche nei mesi precedenti. In precedenza, infatti, l’uomo era stato assegnato alla casa circondariale di Cuneo, ma non vi era potuto entrare per l’assenza di una cella idonea. In attesa di una sistemazione, era stato ricoverato al pronto soccorso dell’ospedale Santa Croce, dove rimase piantonato giorno e notte dagli agenti di polizia penitenziaria.
La situazione aveva suscitato le proteste del sindacato Osapp, che aveva denunciato l’impiego di «dieci agenti al giorno» per la sorveglianza del detenuto, definendo la circostanza «un carico insostenibile per il personale già in affanno della casa circondariale cuneese».
A seguito di quelle criticità, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) aveva disposto il trasferimento a Torino, dove era stata costruita una cella su misura, dotata di strutture e arredi adeguati per consentire una detenzione in condizioni dignitose.
Secondo le prime informazioni, l’uomo è stato colpito da un malore improvviso nella mattinata di oggi. Gli agenti di servizio hanno dato immediatamente l’allarme, ma il successivo intervento dei sanitari non è riuscito a evitare il decesso.
La direzione del carcere e l’amministrazione penitenziaria sono ora in contatto con la Procura per le procedure di rito. L’episodio riporta l’attenzione sulle condizioni sanitarie all’interno delle carceri italiane e sulla gestione dei detenuti con gravi problemi di salute, una questione spesso al centro del dibattito tra amministrazione penitenziaria e sindacati di categoria.
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