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Cronaca
13 Ottobre 2025 - 10:02
Canavese, tentato stupro in una cantina di via Roma: 38enne ferita con un coltello dal suo aggressore
Un pretesto banale, una scusa costruita con cura e la fiducia data a una persona conosciuta. È iniziato così, nel pomeriggio di ieri, l’incubo vissuto da una donna di 38 anni in una cantina di via Roma, a San Mauro, dove un uomo di 50 anni, suo conoscente, ha tentato di stuprarla dopo averla attirata con l’inganno. Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo le avrebbe chiesto di scendere con lui nei locali sotterranei per aiutarlo a recuperare alcuni oggetti. Una volta all’interno, avrebbe tentato di aggredirla sessualmente, colpendola poi con un coltello quando la vittima ha reagito e cercato di difendersi.
La donna, ferita ma lucida, è riuscita a fuggire e a chiedere aiuto. Soccorsa dai sanitari del 118 Azienda Zero, è stata trasportata all’ospedale Giovanni Bosco di Torino, dove le sono state prestate le cure necessarie. Le sue condizioni, secondo fonti sanitarie, non sarebbero gravi, ma lo shock per l’aggressione è profondo. Nel frattempo, il 50enne è riuscito a dileguarsi e risulta attualmente ricercato dai carabinieri di Chivasso, che stanno coordinando le indagini per rintracciarlo e chiarire tutti i contorni dell’episodio.
L’aggressione si inserisce in una scia di violenza sessuale che nelle ultime settimane ha scosso il Piemonte. Solo pochi giorni fa, un tentato stupro in corso Orbassano a Torino aveva riportato l’attenzione sulla vulnerabilità delle donne negli spazi urbani, mentre a Stresa, nel Verbano, quattro uomini sono stati condannati a sei anni e otto mesi di reclusione per lo stupro di gruppo del 2022. Nello stesso periodo, una ventenne ha denunciato un’aggressione su un treno alla stazione di Novara, vicenda in cui il presunto responsabile, un 25enne, è stato rintracciato dopo poche ore.
Episodi diversi ma uniti da un filo comune: la pervasività della violenza di genere, che non si ferma davanti a età, luoghi o relazioni pregresse. L’aggressore di via Roma, infatti, non era uno sconosciuto. Un elemento che, ancora una volta, mostra come il rischio possa annidarsi anche nei rapporti di conoscenza o fiducia.
Le indagini proseguono senza sosta. I carabinieri hanno acquisito le immagini delle telecamere della zona e stanno ascoltando testimoni per ricostruire gli spostamenti dell’uomo nelle ore successive all’aggressione. Ogni dettaglio, in questa fase, è utile per comprendere la dinamica e individuare con precisione il momento in cui la trappola è scattata.
Un episodio che riapre il tema della prevenzione e della protezione delle vittime, su cui le associazioni femministe e i centri antiviolenza continuano a chiedere interventi strutturali, non solo emergenziali. Perché ogni aggressione, ogni tentativo di violenza respinto, racconta la stessa battaglia: quella di donne che resistono e sopravvivono alla brutalità.
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