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Cronaca
12 Ottobre 2025 - 19:52
Da polizza “sicura” a buco nero: la Cassazione ridà i 50 mila euro alla risparmiatrice di Borgaro
Undici anni di attesa e una lunga battaglia legale per riavere ciò che le spettava. È la storia di una casalinga di Borgaro Torinese, che nel 2014 aveva investito tutti i suoi risparmi — circa 50 mila euro — in una polizza vita presentata come un investimento sicuro da un promotore finanziario di fiducia. In realtà si trattava di un prodotto ad alto rischio, una cosiddetta “unit linked”, legata ai mercati finanziari e soggetta alle oscillazioni di borsa.
Quello che doveva essere un modo per mettere al sicuro i risparmi di una vita si è presto trasformato in un incubo. Già nell’ottobre del 2014 la compagnia assicurativa irlandese aveva comunicato problemi di liquidità del fondo, seguiti nel luglio 2015 da un taglio del 40% del valore dell’investimento. Un anno dopo, nel 2016, l’attività del fondo era stata definitivamente sospesa: il capitale era svanito nel nulla.
La donna, priva di qualunque esperienza finanziaria, aveva deciso di rivolgersi ai tribunali per ottenere giustizia. La sua battaglia è passata per il Tribunale di Ivrea, poi per la Corte d’Appello, fino ad arrivare in Cassazione, dove la vicenda ha trovato il suo epilogo.
Anche la Suprema Corte ha infatti confermato le responsabilità degli intermediari, stabilendo che chi vende prodotti finanziari, anche quando mascherati da polizze vita, è tenuto a informare correttamente il cliente sui rischi e a valutare l’adeguatezza del prodotto rispetto al suo profilo economico e di conoscenze. Nel caso specifico, sono emerse gravi mancanze: assenza del contratto quadro, mancata dichiarazione di lavorazione del contratto e certificato di polizza mai rilasciato.
Errori che, secondo la Cassazione, inchiodano sia la compagnia assicurativa sia l’intermediaria alle proprie responsabilità. Dopo una vicenda durata oltre un decennio, la donna ha così ottenuto il rimborso integrale dei 50 mila euro investiti, suddiviso in parti uguali tra la compagnia e l’intermediaria che aveva gestito la pratica.
Il caso, conclusosi con la piena vittoria della risparmiatrice, mette in luce l’importanza della trasparenza nel settore assicurativo-finanziario e la necessità di vigilare su offerte che, dietro promesse di sicurezza, nascondono spesso strumenti complessi e rischiosi. Una lezione che ricorda quanto sia essenziale per i cittadini meno esperti affidarsi solo a consulenti certificati e pretendere sempre una documentazione completa e chiara.
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