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Cronaca

Quartiere sotto assedio: quattordici furti in un mese. La protesta dei negozianti

Negozi nel mirino tra via Oxilia e corso Vercelli. Oltre 1.200 residenti scrivono al prefetto

Quartiere sotto assedio: quattordici furti in un mese. La protesta dei negozianti

Quartiere sotto assedio: quattordici furti in un mese. La protesta dei negozianti

Vetrine sbriciolate come ghiaccio, serrande sollevate a forza con un cric, registratori di cassa vuoti all’alba. Nel cuore commerciale di Rebaudengo, quartiere a nord di corso Vercelli tra via Gottardo e la Stura, a Torinio, il bollettino degli ultimi trenta giorni è netto: quattordici effrazioni ai danni di bar, ristoranti, cartolerie, centri estetici e palestre. Un’escalation che i negozianti definiscono inedita, capace di scalfire una comunità che finora si era sentita “tranquilla”. La risposta, ora, è una mobilitazione che dal territorio è arrivata sui tavoli della prefettura.

Gli assalti si sono concentrati su tre assi principali: via Oxilia, corso Vercelli e corso Giulio Cesare. Le modalità si ripetono: vetrine in frantumi, porte d’ingresso forzate, serrande sollevate con attrezzi di fortuna. I ladri puntano a contanti e dispositivi elettronici, prelevati da banconi, cassetti e registratori. Fino al giorno della riunione d’emergenza gli episodi erano tredici; il quattordicesimo è arrivato la mattina dopo, a riprova di una pressione criminale che non si è interrotta.

L’allarme è deflagrato in un confronto convocato d’urgenza al bar Skii di via Oxilia 19b, uno dei locali già colpiti. Presenti il presidente della Circoscrizione 6, Valerio Lomanto, la consigliera Roberta Braiato e l’assessore regionale Maurizio Marrone, oltre a una platea di esercenti esasperati. "Siamo molto preoccupati", ha detto uno di loro, chiedendo "più controlli" e "un’illuminazione più potente" lungo le arterie commerciali. Timori condivisi da chi, negli ultimi giorni, ha anche raccontato di aver visto in azione gruppi di due o tre persone.

Tra le ipotesi circolate in quartiere, c’è quella che alcuni autori dei colpi possano gravitare attorno a spazi abbandonati: la piscina dismessa di Sempione, il rudere dell’ex Gondrand su via Cigna, le aree incolte lungo corso Venezia accanto al viale della Spina. Alcuni commercianti, in modo polemico, li definiscono "zombie": un’etichetta che fotografa una paura diffusa ma rischia di stigmatizzare la marginalità. Resta il dato sulla sicurezza percepita: serrande leggere, vetrine esposte e illuminazione giudicata insufficiente vengono indicati come fattori che agevolano le effrazioni notturne.

Il malessere non è solo degli esercenti. In 1.200 hanno sottoscritto e inviato al prefetto una lettera che denuncia "degrado" e situazioni di disagio crescenti nel verde di zona Sempione. A rafforzare l’allarme, il racconto di un pensionato aggredito e ferito da due pitbull spuntati, secondo i residenti, proprio dalla piscina abbandonata, approfittando di varchi nella recinzione. Una vicenda che, al di là della cronaca, richiama al bisogno di mettere in sicurezza gli spazi dismessi.

Al termine dell’incontro, Lomanto e Braiato hanno garantito che il tema finirà sul tavolo per la sicurezza e l’ordine pubblico del quartiere. Marrone ha annunciato la richiesta al prefetto di intensificare i passaggi delle forze dell’ordine nelle vie più colpite e l’ipotesi di portare in prefettura una delegazione di negozianti

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