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Cronaca

Giaveno, anziano morto in casa: escluso l’omicidio, ma resta l’ombra dei maltrattamenti

La consulenza medico-legale parla di “condizione di abbandono” e “lesioni di diversa datazione”. Due dei figli indagati per omissione di soccorso

Giaveno, anziano morto

Giaveno, anziano morto in casa: escluso l’omicidio, ma resta l’ombra dei maltrattamenti

Una vicenda di solitudine e degrado familiare scuote Giaveno. La morte di Germano Giaj Levra, 91 anni, assicuratore in pensione, non è il risultato di un delitto volontario, ma di una grave polmonite aggravata da uno stato di abbandono e trascuratezza. È quanto emerge dalla relazione del medico legale Roberto Testi, incaricato dalla Procura di Torino di chiarire le cause del decesso avvenuto lo scorso maggio.

Gli investigatori avevano inizialmente ipotizzato un omicidio volontario, ma le conclusioni peritali hanno modificato radicalmente lo scenario. Due dei tre figli dell’uomo sono ora indagati per maltrattamenti e omissione di soccorso, mentre il terzo fratello risulta persona offesa. Un passaggio che non alleggerisce la gravità della vicenda, ma ne sposta il fuoco: non un gesto violento isolato, bensì un lento deteriorarsi delle condizioni di vita di un anziano lasciato troppo a lungo senza assistenza adeguata.

Secondo la consulenza di Testi, Giaj Levra era “un grande anziano sul quale si osservavano segni indicativi di una grande trascuratezza”. Il corpo presentava “lesioni traumatiche di diversa datazione”, compatibili sia con cadute accidentali sia con urti ripetuti contro pareti e mobili. La polmonite, che si sarebbe sviluppata nei giorni precedenti alla morte, “verosimilmente si è scompensata per un trauma toracico recente e rilevante”. In altre parole, un insieme di fattori — malattia, immobilità, mancanza di cure — che hanno portato rapidamente al decesso.

La ricostruzione del medico legale è impietosa: l’uomo, incapace di muoversi autonomamente, viveva in una situazione che definisce “di abbandono”, privo di assistenza e di cure tempestive. Secondo Testi, se il 91enne fosse stato portato in ospedale “alcuni giorni prima”, il decesso “non si sarebbe verificato nei tempi in cui è avvenuto”. Parole che pesano come una sentenza morale, se non ancora giudiziaria.

La vicenda riporta al centro il tema drammatico degli anziani fragili lasciati soli nelle proprie case, spesso per indifferenza, talvolta per difficoltà familiari o economiche. Un fenomeno sommerso, che nei mesi più recenti ha registrato casi analoghi anche in altre province piemontesi. L’inchiesta di Giaveno diventa così il simbolo di una fragilità collettiva, dove la linea tra incuria e reato si assottiglia fino a scomparire.

Gli avvocati Flavia Pivano e Marco Marchio, che assistono i due figli indagati, attendono ora l’esito delle ulteriori verifiche disposte dalla Procura. L’altro figlio, rappresentato dall’avvocato Stefano Tizzani, si è costituito parte civile come persona offesa. Toccherà agli inquirenti stabilire se dietro quella morte ci siano solo circostanze tragiche o una responsabilità precisa. Intanto, resta l’immagine di un uomo solo, in una casa chiusa da mesi, con il silenzio a fare da testimone al suo ultimo inverno.

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