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Cronaca
19 Settembre 2025 - 09:47
Corse clandestine a Nichelino, otto giovani denunciati dopo il raduno di tuning (immagine di repertorio)
Il raduno di tuning del 25 luglio scorso a Nichelino, in via Scarrone, si è trasformato in una serie di corse clandestine, finite ora nel mirino delle indagini dei carabinieri. Dopo settimane di accertamenti, incrociando le immagini delle telecamere di sorveglianza e le segnalazioni raccolte, i militari hanno identificato otto giovani, tutti sotto i 30 anni, denunciati per gare in velocità non autorizzate.
Sette di loro erano al volante di automobili, uno invece guidava una moto. Provengono dalle province di Torino, Novara e Savona, a conferma del richiamo interregionale che eventi di questo tipo riescono ancora a esercitare nonostante i controlli serrati già messi in campo in passato dalla polizia locale e dalla polizia stradale nella stessa zona del MondoJuve.
Nei giorni scorsi sono scattati anche i sequestri dei veicoli, eseguiti a metà settembre. Si tratta di tre Volkswagen Golf, una Fiat 600, una Peugeot 207, una Nissan Micra, una Opel Corsa e una Audi TT. A queste si aggiunge la Yamaha MT09, utilizzata dal motociclista. In diversi casi i mezzi non risultano neppure intestati agli indagati, ma ai loro genitori, circostanza che apre scenari ulteriori sulle responsabilità patrimoniali e sull’uso dei veicoli di famiglia per attività illegali.
Gli otto rischiano adesso pene severe: fino a tre anni di reclusione, una multa che può arrivare a 100mila euro, oltre alla confisca definitiva dei mezzi. Un pacchetto sanzionatorio che il legislatore ha reso particolarmente duro per scoraggiare un fenomeno che continua a ripresentarsi, spesso legato ai raduni notturni o agli spazi commerciali dismessi.
Il caso di Nichelino non è isolato. Negli ultimi anni la zona del MondoJuve è stata più volte segnalata come punto di ritrovo per raduni non autorizzati, teatro di manovre pericolose e prove di velocità improvvisate. Le istituzioni locali avevano già innalzato l’attenzione, ma la ricostruzione delle corse del 25 luglio conferma quanto sia difficile tenere sotto controllo eventi che nascono e si sviluppano in maniera informale, sfruttando il passaparola e i social network.
Il sequestro delle auto e la denuncia degli otto partecipanti rappresentano dunque un messaggio chiaro: l’epoca dell’impunità per chi trasforma la strada in una pista sembra chiudersi, e le conseguenze giudiziarie rischiano di pesare a lungo su chi ha scambiato l’asfalto cittadino per un autodromo clandestino.
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