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Cronaca

Autobus contro Jeep a Torino: in via XX Settembre c'è un "incrocio della paura"

Autobus Gtt contro Jeep nel centro di Torino, residenti e commercianti chiedono semafori dopo anni di denunce. Una donna finisce al pronto soccorso

Autobus contro Jeep a Torino: in via XX Settembre c'è un "incrocio della paura"

Autobus contro Jeep a Torino: in via XX Settembre c'è un "incrocio della paura" (immagine di repertorio)

Un altro incidente, l’ennesimo, all’incrocio tra via XX Settembre e via Arcivescovado, ormai ribattezzato dai residenti come l’incrocio della paura. Nel pomeriggio di lunedì 8 settembre, intorno alle 16.30, un autobus Gtt della linea 11 si è scontrato con una Jeep Renegade, bloccando il traffico in pieno centro e costringendo l’azienda dei trasporti a deviare temporaneamente anche le linee 15 e 4.

La conducente dell’auto, rimasta sotto shock, è stata trasportata all’ospedale CTO per accertamenti, ma non versa in condizioni gravi. Il sinistro ha comunque provocato momenti di panico tra i passanti e i passeggeri del bus, oltre a un’ora abbondante di paralisi della viabilità. Per i commercianti della zona, si tratta di una storia che si ripete.

La memoria torna al 2015, quando nello stesso punto perse la vita un ragazzo di 28 anni di Ciriè, travolto da un taxi dopo una carambola innescata da una mancata precedenza. Allora furono adottate misure come un dosso rialzato e cartelli più visibili, ma a distanza di dieci anni l’incrocio continua a mietere vittime e a causare incidenti.

Secondo residenti e frequentatori della zona, il problema principale è la scarsa visibilità, aggravata dallo spostamento di una fermata bus che obbliga i mezzi a percorrere il tratto a velocità più sostenuta. Da tempo il quartiere chiede che l’area venga trasformata in zona 30, ma la pericolosità resta invariata e le denunce cadono nel vuoto.

L’episodio di oggi dimostra che gli accorgimenti finora adottati non bastano. L’incrocio, al centro del tessuto urbano, continua a rappresentare un punto nero della sicurezza stradale torinese. E mentre si attende che le istituzioni rispondano alle richieste dei cittadini, il rischio che la storia si ripeta è più che concreto.

Immagine di repertorio

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