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Cronaca

Morti sul lavoro, Torino sotto shock: nuovo incidente in via Genova riaccende accuse e richieste di intervento immediato

Le reazioni di Quirico, Fregolent e Chiorino dopo la tragedia costata la vita a un operaio di 68 anni

Morti sul lavoro

Morti sul lavoro, Torino sotto shock (foto archivio)

Non c’è tregua alle morti sul lavoro a Torino. L’incidente di questa mattina in via Genova, dove un operaio di 68 anni è precipitato dal cestello di una gru durante la sostituzione di un cartellone pubblicitario, ha riaperto ferite mai rimarginate e rilanciato il dibattito su sicurezza, prevenzione e responsabilità.

A intervenire per primo è stato Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro: «Non c’è mai fine alle morti sul lavoro a Torino – dichiara – e ancora una volta accade in via Genova, in mezzo ai palazzi. Ancora una caduta dall’alto, dal cestello di una gru, ancora un operaio che non farà più ritorno a casa». Un grido di dolore che diventa subito appello: «Dobbiamo spezzare questa catena di morti sul lavoro – afferma Quirico – che riguarda ogni settore e che non risparmia le piccole come le grandi città. Mezzi da lavoro non adeguati, formazione insufficiente e cattiva organizzazione del lavoro sono tra le cause principali degli infortuni sul lavoro e se non si interviene in maniera strutturale su questi fattori e se non si mettono in campo maggiori controlli, piangeremo ancora altre morti e altri infortuni».

Dure anche le parole della senatrice torinese di Italia Viva Silvia Fregolent, che ha collegato il dramma di oggi a quello avvenuto tre anni fa nello stesso luogo: «Un altro morto sul lavoro a Torino, nello stesso luogo dove tre operai persero la vita tre anni fa. Non è fatalità, è una tragedia annunciata. Le morti sul lavoro sono un’emergenza nazionale – aggiunge – e non bastano cordoglio e promesse, servono provvedimenti concreti, più controlli, più formazione, più prevenzione e investimenti seri. Il governo deve agire subito. La sicurezza non può mai essere considerata un costo, altrimenti l’unico prezzo che continueremo a pagare sarà quello di vite spezzate di chi lavora e delle loro famiglie».

Al coro si unisce anche la vicepresidente e assessore al Lavoro della Regione Piemonte, Elena Chiorino, che ha espresso vicinanza alla famiglia della vittima: «Ogni vita spezzata sul lavoro è una tragedia che lascia un dolore profondo e incolmabile. Esprimo, sconcertata, a nome mio e dell’intera Regione Piemonte, il più sincero cordoglio e la vicinanza alla famiglia della vittima. Mentre si attendono chiarimenti sulla dinamica dell’incidente, resta fermo il dovere delle istituzioni di non abbassare mai la guardia sulla sicurezza e sulla prevenzione: nessuno dovrebbe partire per il lavoro senza la certezza di poter tornare a casa dai propri cari».

Anche Gianna Pentenero si è unita alle voci di cordoglio:“Esprimo profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia dell’operaio di origine egiziana che ha perso la vita questa mattina in via Genova, mentre svolgeva il proprio lavoro. Quest’uomo di 68 anni è morto tragicamente precipitando dal cestello di una gru, mentre stava cambiando un cartellone pubblicitario e un secondo lavoratore, sotto choc, è stato trasportato in ospedale. È una ferita aperta per Torino, che torna a confrontarsi con un dramma già vissuto nel dicembre 2021, a poche centinaia di metri di distanza, quando tre operai persero la vita nel crollo di una gru edile” afferma la Presidente del Gruppo Pd del Consiglio regionale.

“Queste tragedie non possono essere archiviate come fatalità. Ogni incidente sul lavoro è una sconfitta per le istituzioni, per la società e per il sistema produttivo. La sicurezza sui luoghi di lavoro deve essere una priorità assoluta, non un costo da contenere. Serve un impegno concreto e costante: più controlli, più formazione, più responsabilità da parte di tutti gli attori coinvolti” aggiunge Gianna Pentenero.

“Come Gruppo PD in Consiglio regionale continueremo a batterci affinché la tutela della salute e della vita dei lavoratori sia al centro dell’agenda politica. Non possiamo permettere che il lavoro, che dovrebbe essere dignità e futuro, si trasformi in tragedia” conclude la Presidente Pentenero.

Voci diverse, ma unite da un’unica convinzione: senza un cambio di passo deciso, quello delle morti sul lavoro resterà un elenco destinato ad allungarsi.

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