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Cronaca
07 Settembre 2025 - 18:36
Carcere (foto di repertorio)
La tensione esplosa nel carcere di Alba negli ultimi due giorni si somma a quella già registrata a Cuneo, delineando un quadro di allarme per il sistema penitenziario piemontese. Secondo la denuncia dell’Osapp, sindacato autonomo della polizia penitenziaria, le carceri sarebbero ormai preda di rivolte annunciate e di una violenza crescente.
Ad Alba, la protesta dei detenuti è degenerata tra sabato e domenica: un termosifone è stato sradicato e gettato dalle scale, sfiorando un agente di servizio. Subito dopo sono stati divelti altri caloriferi, distrutta la guardiola di sorveglianza e danneggiati tavoli e suppellettili. Al culmine dei disordini è divampato anche un principio di incendio nei pressi del cortile passeggi, domato in extremis dal personale.
Durissimo il commento del segretario generale dell’Osapp, Leo Beneduci: «Si tratta di una rivolta annunciata ampiamente, dopo tutti gli episodi occorsi in queste settimane: quattro le aggressioni e i danneggiamenti denunciati solo ad agosto dal sindacato. Sarebbe auspicabile che per i danni che le carceri subiscono, a seguito dell'inerzia e dell'inefficienza dei dirigenti penitenziari, i contribuenti fossero rimborsati dagli stessi dirigenti. È inaccettabile mantenere stipendi che superano i diecimila euro al mese a fronte dell'incapacità di intervenire».
LEO BENEDUCI - OSAPP
Non meno grave la situazione a Cuneo, dove nei giorni scorsi un detenuto ha devastato la terza sezione Stura sradicando infissi, rompendo finestre e distruggendo suppellettili. Un altro recluso ha poi aggredito un agente, lanciandogli contro un carrello e provocandogli la frattura di una mano, con una prognosi di trenta giorni. Lo stesso detenuto, trasferito in isolamento, ha tentato di impiccarsi con un lenzuolo, ma il suicidio è stato evitato grazie al pronto intervento del personale penitenziario.
Anche in questo caso, Beneduci ha parlato senza mezzi termini: «Il carcere di Cuneo è completamente fuori controllo, in balìa di detenuti violenti che quotidianamente mettono a rischio l'incolumità del personale di polizia penitenziaria. È intollerabile che lo Stato continui a ignorare una situazione così esplosiva. Occorre un intervento immediato, deciso e strutturale da parte del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria».
E ha rincarato la dose: «Non è più ammissibile che gli agenti vengano lasciati soli ad affrontare un'emergenza sistemica, senza strumenti adeguati, senza tutela e senza rinforzi. L'Osapp chiede l'invio urgente di unità aggiuntive, misure disciplinari esemplari e un piano straordinario di sicurezza, anche con il possibile coinvolgimento dell'Esercito, se necessario».
Due episodi ravvicinati che, secondo il sindacato, confermano il collasso del sistema penitenziario e la necessità di interventi rapidi e concreti per restituire sicurezza agli istituti di reclusione e dignità al lavoro quotidiano degli agenti.
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