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Il suk abusivo dilaga su lungo Dora Napoli: la protesta dei negozianti e il rebus dei controlli

Decine di bancarelle tra ponte Carpanini e civico 22. Deri: 80 abusivi, fino a 500 in più.

Lungo Dora Napoli (foto del consigliere regionale Silvio Magliano)

Lungo Dora Napoli (foto del consigliere regionale Silvio Magliano)

Una passeggiata trasformata in mercato improvvisato, lenzuola stese sull’asfalto e coperte a mo’ di banchi, centinaia di oggetti accatastati: questa mattina, lungo Dora Napoli, nel cuore del quartiere Aurora, il cosiddetto “altro Balon” è riemerso con forza. Dal ponte Carpanini al civico 22 una fila ininterrotta di venditori ha occupato ogni spazio: passeggiata, pista ciclabile, marciapiede e persino i muretti affacciati sul fiume. I residenti hanno assistito, i commercianti hanno denunciato. E l’area a ridosso di Borgo Dora, dove si tiene lo storico mercato delle pulci regolare, è tornata sotto pressione.

Alle 9.30 il quadro era già chiaro: decine di venditori improvvisati, oggetti esposti senza criterio — dalle lampade alle biciclette, fino ai piccoli arredi — e un afflusso che cresceva minuto dopo minuto. È il suk abusivo che ciclicamente si prende la scena e gli spazi pubblici, spostandosi dove i controlli sono meno fitti.

Tra i più esposti ci sono i titolari delle attività affacciate sulla passeggiata

Per quattro anni i pochi negozianti della zona avevano stretto con la Città un patto pragmatico: dehors e tavolini gratuiti lungo il viale pedonale in cambio della pulizia quotidiana dell’area. Una forma di presidio leggero che, secondo chi lavora qui, aveva reso lo spazio più sicuro e accogliente. "Dallo scorso mese di gennaio, però, il Comune ci ha chiesto il pagamento del canone per l’occupazione del suolo pubblico, così abbiamo dovuto rinunciare a un progetto che funzionava e aveva contribuito a garantire uno spazio sicuro e accogliente" dicono i commercianti. La fine dell’accordo ha tolto un argine: meno cura quotidiana e meno presenza strutturata significano, di fatto, più margini per l’irruzione dell’illegale.

L’altra faccia del suk abusivo emerge quando i teli si arrotolano: lungo il viale restano spesso oggetti invenduti e rifiuti abbandonati. Un bric-à-brac di scarti che grava su decoro, igiene e vivibilità, proprio nei fine settimana in cui l’area attira residenti e visitatori.

Sul punto interviene il presidente della Circoscrizione 7, Luca Deri spiegando che negli ultimi anni la Polizia Municipale ha intensificato i controlli anti abusivi sull’area del Balon. Purtroppo i presìdi non possono essere infiniti, per cui ogni sabato si gioca una partita a scacchi: "I vigili presidiano un posto e gli abusivi si spostano da un’altra parte".

I numeri fotografano l’elasticità del fenomeno. Gli abusivi sarebbero un’ottantina, ma se dovesse essere attuata la norma voluta dalla Regione Piemonte, per cui sarebbe possibile per il mercato di Barattolo organizzare soltanto 12 appuntamenti annuali, questo significherebbe che oltre agli 80 abusivi già presenti sull’area del Balon se ne andrebbero ad aggiungere altri 500.

Il rischio è di rivedere le stesse scene del 2017/2018, quando c’erano oltre 600 abusivi in via San Pietro in Vincoli, strada del Fortino, Canale Molassi e altre vie del quartiere.

Luca Deri, presidente della Circoscrizione 7



Ordine pubblico, decoro, diritto al lavoro, qualità della vita dei residenti: il rebus dell’“altro Balon” sta qui. I controlli, per quanto intensificati, inseguono un fenomeno mobile che si adatta e si sposta. La fine del patto di cura con i commercianti ha tolto un presidio quotidiano che contribuiva a tenere viva e vigilata la passeggiata. E l’ipotesi di limitare il calendario del mercato di Barattolo rischia, per ammissione istituzionale, di spingere nuova pressione sull’area, amplificando un problema già presente.

Senza una cornice chiara e coerente — regole applicabili, presìdi realistici, un equilibrio tra mercati regolari e contrasto all’abusivismo — i sabati resteranno una “partita a scacchi” persa in partenza: i venditori si muoveranno, i rifiuti resteranno, e a pagarne il prezzo saranno ancora una volta strada, fiume e quartiere.

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