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Cronaca

Lite per il posto al mercato, finisce in un tentato omicidio: arrestato a 35 anni

L’uomo, 35 anni, era senza fissa dimora ed è stato rintracciato dalla Squadra Mobile dopo due mesi di indagini coordinate dalla Procura di Torino

Arrestato ad Alessandria il presunto autore del tentato omicidio al Balon: accoltellò un connazionale marocchino

Arrestato ad Alessandria il presunto autore del tentato omicidio al Balon: accoltellò un connazionale marocchino (immagine d'archivio)

È stato rintracciato alla stazione ferroviaria di Alessandria l’uomo di 35 anni, cittadino marocchino e senza fissa dimora, ritenuto gravemente indiziato di un tentato omicidio avvenuto a Torino, in via Lungo Dora Napoli, lo scorso 21 giugno. La polizia lo ha arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Torino, chiudendo un’indagine che aveva già preso una direzione precisa sin dalle prime ore successive all’aggressione.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della squadra mobile di Torino, in collaborazione con il commissariato Dora Vanchiglia, la violenza sarebbe esplosa a causa di una banale – ma evidentemente non troppo – lite per il controllo di uno spazio dove esercitare l’attività di venditore ambulante. Un contrasto maturato nell’ambiente del mercato Balon di Porta Palazzo, realtà storica e complessa, che da decenni accoglie commercianti e venditori provenienti da ogni parte del mondo e che spesso è teatro di tensioni tra chi si contende pochi metri di spazio per esporre la propria merce.

Quel 21 giugno, la discussione tra i due connazionali si trasformò in un regolamento di conti drammatico: la vittima, anch’essa marocchina e più giovane, venne colpita con diversi fendenti al volto e al fianco. Una furia cieca che lasciò il giovane riverso a terra, in condizioni gravissime. Trasportato d’urgenza in ospedale, venne ricoverato in codice rosso: i medici gli riscontrarono lesioni profonde e decisero per la prognosi riservata, stimando almeno trenta giorni di cure per superare la fase critica.

La rapidità con cui gli inquirenti sono riusciti a risalire all’identità dell’aggressore è stata decisiva. Fondamentale si è rivelata l’analisi delle telecamere di videosorveglianza installate nella zona di Porta Palazzo e lungo Dora Napoli: dalle immagini è stato possibile ricostruire con precisione gli spostamenti dell’uomo dopo l’accoltellamento. A queste prove si sono aggiunte le testimonianze di chi, in quelle ore concitate, aveva assistito alla lite degenerata in violenza.

Per giorni l’indagato si era reso irreperibile, muovendosi senza una dimora stabile e cercando rifugio lontano dal luogo dell’aggressione. Ma l’attenzione degli investigatori non si è mai allentata: pedinamenti, controlli incrociati, e una fitta rete di ricerche hanno portato infine alla sua individuazione ad Alessandria, dove è stato bloccato e ammanettato dagli agenti.

Ora l’uomo è in carcere, a disposizione dell’autorità giudiziaria, mentre proseguono le verifiche per chiarire tutti i dettagli di una vicenda che, ancora una volta, accende i riflettori sulle zone di Torino più fragili e difficili da gestire, dove disagio sociale, degrado e microcriminalità finiscono spesso per intrecciarsi.

Insomma, dietro la facciata di un litigio da mercato, si nasconde una lotta feroce per la sopravvivenza di chi vive ai margini, senza regole né reti di protezione, dove un coltello può diventare l’unico strumento per difendere o conquistare pochi metri di spazio. Una fotografia amara che racconta più della cronaca nera: racconta le tensioni di una città che, in certi angoli, sembra aver smarrito il controllo del proprio tessuto sociale.

Immagine di repertorio

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