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Cronaca

Rogo Euro Stamp, paura e boati: sindaci invitano i cittadini a restare in casa

Una colonna di fumo altissima ha fatto scattare l’allarme in mezza provincia

Rogo Euro Stamp, paura e boati: sindaci invitano i cittadini a restare in casa

Rogo Euro Stamp, paura e boati: sindaci invitano i cittadini a restare in casa

Paura a Pianezza. Un incendio di proporzioni enormi ha devastato ieri sera, giovedì 4 settembre, la storica azienda Euro Stamp, specializzata nella produzione di componenti in plastica per automobili. Una nube nera, fitta e altissima, si è alzata dal capannone in fiamme, visibile a decine di chilometri di distanza, tanto che i torinesi, bloccati nel traffico lungo le tangenziali, hanno alzato lo sguardo e visto il cielo oscurato. “Sembrava uno scenario apocalittico”, hanno scritto in tanti sui social.

Il rogo è divampato intorno alle 18.30 in via Airauda 1, nella zona industriale. Le fiamme, partite da uno dei capannoni, hanno presto avvolto l’intera area della ditta. Un’esplosione, poi un’altra. Testimoni raccontano di aver udito due boati fortissimi. “Ho sentito un botto tremendo, mi è tremata la finestra. Subito dopo ho visto la colonna di fumo scurissimo alzarsi verso il cielo”. Decine di chiamate sono arrivate al numero unico delle emergenze 112: panico, allarmi, voci concitate. In molti hanno pensato a un disastro con vittime.

Sul posto sono accorse dieci squadre dei Vigili del fuoco, oltre ai carabinieri e a un’ambulanza del 118. I soccorritori hanno escluso quasi subito la presenza di feriti: i 24 dipendenti della Euro Stamp erano già usciti dall’edificio prima che divampasse l’incendio. Una fortuna. Non risultano persone coinvolte né intossicate, ma la zona è stata immediatamente evacuata per sicurezza.

L'incendio alla Euro Stamp

La ditta, fondata nel 1966, è un punto di riferimento nel settore dei ricambi, in particolare paraurti e griglie per vetture europee. Proprio la natura dei materiali ha spinto subito l’attenzione su un altro fronte: il rischio ambientale. Bruciare plastica significa liberare nell’aria sostanze potenzialmente tossiche. Non a caso il sindaco di Pianezza Antonio Castello ha invitato i cittadini a chiudersi in casa: “Evitate di uscire e tenete porte e finestre chiuse in via precauzionale”. Lo stesso appello è arrivato dal sindaco di Venaria Fabio Giulivi, visto che il fumo spingeva proprio in direzione del suo comune.

Sul posto, insieme ai pompieri, sono intervenuti anche i tecnici dell’Arpa Piemonte e il nucleo Nbcr dei Vigili del fuoco, addestrati a intervenire in situazioni che possono coinvolgere sostanze nocive. Gli esperti hanno iniziato a raccogliere campioni e a monitorare la qualità dell’aria. “Abbiamo richiesto anche l’intervento dei tecnici della Smat – ha spiegato Castello – per verificare che non ci sia una ricaduta di sostanze nelle acque reflue”.

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Le operazioni sono proseguite per tutta la notte. Le fiamme non hanno lasciato scampo a una parte della struttura: un crollo ha reso troppo pericoloso l’ingresso dei soccorritori all’interno del capannone. Per ore non si è potuto fare altro che contenere l’incendio e impedire che si propagasse alle aziende vicine. Le cause restano da accertare: solo le indagini dei prossimi giorni potranno chiarire cosa ha innescato il rogo.

Intanto resta l’immagine di quella colonna di fumo nero che si è allargata come un fungo sopra i tetti di Pianezza, visibile fino a Torino. La paura dei cittadini, il ronzio incessante delle sirene, i lampeggianti rossi e blu nella zona industriale: tutto ha contribuito a rendere la serata surreale. Una città spaventata, chiusa in casa a finestre serrate, ad aspettare notizie.

La Euro Stamp oggi è ridotta a un cumulo annerito. Non ci sono vittime, ed è già un sollievo. Ma la ferita resta. Perché quando brucia una fabbrica di plastica, il pensiero corre subito a quello che respiriamo, a quello che resta sospeso nell’aria anche quando il fuoco è spento.

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