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Cronaca
04 Settembre 2025 - 15:27
Omicidio nella notte a Novara: un ventunenne ucciso a colpi di pistola
Una scena brutale, cristallizzata dalle telecamere tra via Pietro Micca e via Gnifetti, ha consegnato agli inquirenti l’istante in cui la vita di Kamal Kharbouch, ventunenne di origine marocchina con ultimo domicilio noto nella Bergamasca, si è spezzata. Nella notte tra il 27 e il 28 agosto, a Novara, il giovane è stato colpito da un proiettile al petto durante una rissa, ed è morto poco dopo all’ospedale.
Le immagini mostrano una sequenza rapida: quattro uomini che si affrontano, uno che si accascia di colpo, due che tornano per adagiarlo su un muretto prima di fuggire di nuovo. Un frammento che racconta la violenza improvvisa e la fuga disordinata di chi, subito dopo lo sparo, ha abbandonato il corpo agonizzante in strada.
Le indagini, coordinate dalla Procura e condotte dalla Squadra mobile di Novara guidata dalla dirigente Fabiana Melfi, hanno portato a un primo risultato: l’arresto di un 36enne marocchino, volto noto nel giro dello spaccio, ritenuto l’autore materiale del colpo mortale. La misura cautelare è stata disposta grazie a una combinazione di testimonianze raccolte e analisi delle riprese video.
Sul terreno, oltre ai segni della colluttazione, gli agenti hanno trovato coltelli e una katana, testimonianza di un arsenale inquietante per una lite esplosa in piena città. Non c’è però traccia della pistola che ha esploso il proiettile fatale. Ed è proprio il mancato ritrovamento dell’arma, insieme alla necessità di identificare tutti i partecipanti, a rappresentare oggi il nodo principale delle indagini.
Gli investigatori propendono per una pista legata al mondo dello spaccio di droga, in cui si sarebbe consumato il regolamento di conti sfociato nell’omicidio. Ma il movente preciso non è ancora stato chiarito: restano da decifrare dinamiche interne, rapporti di forza e ruoli dei vari protagonisti.
L’episodio ha scosso profondamente Novara. Non solo perché si è consumato in una zona frequentata da residenti e passanti, ma anche perché la violenza è stata portata in strada con modalità che evocano scenari di degrado e insicurezza urbana. Vedere affiancati coltelli, katane e pistole in una rissa che si conclude con un morto non è un fatto che possa essere derubricato a lite tra bande: è un segnale di pericolosità che investe la città e le sue istituzioni.
L’impianto investigativo continua, con un intreccio di videosorveglianza, escussioni e repertazione tecnica. La misura cautelare contro il 36enne rappresenta un passo avanti, ma non basta a chiudere il cerchio. Troppi i punti rimasti aperti: chi erano gli altri uomini? Quale il loro ruolo? E soprattutto: dov’è finita la pistola?
Intanto la memoria di Kamal Kharbouch resta legata a quel frammento di video che ne ha immortalato gli ultimi istanti. Un ragazzo di 21 anni, caduto in una spirale di violenza che oggi diventa materia per tribunali ma che, per la città, resta un monito doloroso. Perché senza risposte rapide e senza una ricostruzione completa delle responsabilità, il rischio è che questo omicidio rimanga un’ombra inquietante sul presente e sul futuro di Novara.
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