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Cronaca
04 Settembre 2025 - 12:18
Le vittime della strage di Brandizzo
Ci sono casi in cui la differenza tra la vita e la morte si gioca in pochi minuti, o addirittura in una manciata di e-mail. È quanto emerge dalle ultime ricostruzioni sulla strage di Brandizzo, dove la notte del 30 agosto 2023 cinque operai persero la vita sui binari della linea ferroviaria Torino-Milano.
Secondo quanto riportato da La Repubblica e ripreso nelle relazioni dello Spresal dell’Asl To3, incaricato dalla procura di Ivrea di indagare sull’accaduto, un passaggio cruciale riguarda una comunicazione interna. Una e-mail con cui veniva annullata la sospensione dei treni per quattro ore e mezza in quel tratto di linea non venne letta in tempo. La decisione di permettere comunque il transito dei convogli era stata presa dai funzionari Rfi, costretti a incastrare i passaggi a causa di altri lavori in corso altrove. Quella e-mail, però, fu aperta solo una settimana dopo, quando ormai la tragedia si era già consumata.
Nel frattempo, per consentire l’intervento manutentivo, si arrivò a una sorta di contrattazione diretta: invece delle ore previste, si ottenne soltanto uno stop di novanta minuti tra Chivasso e Brandizzo. Una finestra giudicata insufficiente dallo Spresal, che parla senza mezzi termini di "conversazione fra sordi" e di una programmazione fallimentare, frutto di una prassi tollerata da tempo.
Gli esperti sottolineano come vi fossero numerose alternative praticabili, tra cui la possibilità di sopprimere o limitare alcuni treni, oppure modificarne percorso e orari. Nulla di tutto questo avvenne. Al contrario, riunioni non verbalizzate e programmi in continuo mutamento, aggiornati più volte al mese, crearono un quadro desolante in cui il fattore umano ha fatto il resto.
Particolarmente controversa la posizione di Antonio Massa, tecnico caposcorta Rfi, che la sera dell’incidente stava letteralmente "contrattando" con la capostazione di Chivasso mentre il treno stava arrivando. Lo Spresal non ha trovato un documento che chiarisca chi abbia preso la decisione di procedere ugualmente. Ma un punto appare certo: chiunque fosse coinvolto nella catena gerarchica sapeva bene che il tempo libero da convogli era ridottissimo.
Anche il ruolo di Andrea Gibin, capo squadra della Sigifer, è finito sotto la lente: secondo i tecnici dell’Asl è poco credibile che lui e Massa abbiano autorizzato gli operai a lavorare senza attendere l’interruzione. I due, in sede d’indagine, hanno fornito versioni contrastanti: Massa ha sostenuto che furono gli stessi operai a iniziare, Gibin invece ha parlato di un suo via libera.
Antonio Massa, caposquadra RFI davanti al Tribunale di Ivrea
Quella notte, poco prima della mezzanotte, il treno 19504 partito da Alessandria e diretto a Torino Porta Nuova viaggiava a 160 chilometri orari. Sui binari, all’altezza della stazione di Brandizzo, si trovavano Michael Zanera, Kevin Laganà, Giuseppe Sorvillo, Saverio Giuseppe Lombardo e Giuseppe Aversa, tutti dipendenti della Sigifer di Borgo Vercelli. Nessuno di loro fu avvisato dell’arrivo del convoglio. Nessuna autorizzazione formale aveva sancito l’interruzione della circolazione ferroviaria. L’impatto fu devastante e i cinque morirono sul colpo.
La procura di Ivrea, dopo quasi due anni di lavoro, ha formalizzato la chiusura delle indagini preliminari: 24 indagati complessivi, di cui 21 persone fisiche e 3 società. Per tutti l’accusa è di omicidio colposo plurimo, con l’aggravante della violazione delle norme di sicurezza. È caduta invece l’ipotesi iniziale di omicidio volontario con dolo eventuale.
Il principale indagato resta Antonio Massa, accusato di omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario. Insieme a lui compaiono Andrea Girardin Gibin, caposquadra Sigifer, e Simona Sirianni, amministratrice della stessa azienda. Seguono altri nomi interni alla ditta, come Daniele Sirianni e Cristian Geraci, e una lunga lista di dirigenti e funzionari Rfi: Gianpiero Strisciuglio, amministratore delegato di Rfi Spa, Giovanni Carlassi, Salvatore Palmeri, Walter Pressenda, Daniele Mari, Antonella Carubia, Daniele Morti, Luca Cavacchioli, Enrico Piohani, Vincenzo Strisciuglio, Paolo Mirabella e Andrea Colombari.
Sul fronte delle società, le tre indagate sono Rfi, Sigifer e Clf di Bologna. Secondo la procura, non avrebbero adottato sistemi di controllo adeguati a prevenire incidenti simili. Per Rfi, in particolare, viene contestato di aver lasciato spazi di discrezionalità troppo ampi, senza efficaci meccanismi di verifica.
La posizione di Antonio Massa resta tra le più delicate. In una lettera alla Filt Cgil, ha dichiarato: «Non c'è giorno della mia vita in cui non pensi a quei ragazzi e alle loro famiglie. Mi sento trattato come un capro espiatorio». Oggi vive in condizioni di fragilità psicologica, seguito da una psicoterapeuta, e non è in grado di sostenere interrogatori.
La Commissione parlamentare d’inchiesta sul lavoro, presieduta da Chiara Gribaudo, ha già depositato una relazione che individua nell’errore umano la causa immediata della strage, ma colloca l’episodio in un sistema opaco e disfunzionale, fatto di tempi compressi, burocrazia, carichi eccessivi e prassi rischiose consolidate negli anni.
Gianpiero Strisciuglio (Rfi) con il Ministro Matteo Salvini
Il percorso giudiziario non è ancora concluso: gli avvocati hanno venti giorni di tempo per presentare memorie difensive o richiedere ulteriori interrogatori. Poi la procura deciderà se rinviare a giudizio gli indagati o archiviare alcune posizioni.
Quel che resta, al di là delle procedure, è l’impressione di una strage annunciata, in cui l’assenza di regole chiare, la tolleranza di prassi pericolose e la leggerezza nei controlli abbiano inciso tanto quanto l’impatto del treno.
GLI INDAGATI
Antonio Massa, nato nel 1977, residente a Foggia, capo tecnico Rfi
Difeso dagli avv. Maria Grazia Cavallo e Antonio Maria Borello
Andrea Girardin Gibin, nato nel 1970, residente a Vercelli, caposquadra Sigifer
Difeso dall’avv. Massimo Mussato
Cristian Geraci, nato nel 1985, residente a Vercelli, lavoratore Sigifer delegato per la sicurezza. Difeso dall'avv. Pier Paolo Chiorazzo
Franco Sirianni, nato nel 1965, residente a Villata (VC), amministratore di fatto, direttore generale e di fatto dominus di Sigifer Srl Difeso dall’avv. Tommaso Levi
Simona Sirianni, nata nel 1991, residente a Borgo Vercelli (VC), amministratrice unica Sigifer
Difesa dall’avv. Paolo Grasso
Daniele Sirianni, nato nel 1983, residente a Borgo Vercelli (VC), delegato alla sicurezza Sigifer
Difeso dall’avv.Pier Paolo Chiorazzo
Giovanni Carrassi, nato nel 1982, residente a Bruino, dipendente Rfi Spa Difeso dall’avv. Massimo Campanale
Lorenzo Bestini, nato nel 1964, residente a Collegno, dipendente Rfi Spa Difeso dall’avv. Massimo Campanale
Salvatore Palmeri, nato nel 1978, residente a Moncalieri, dipendente Rfi Difeso dall’avv. Antonio Capone
Walter Pressenda, nato nel 1972, residente a Sommariva Perno (CN),dipendente Rfi, direttore lavori
Difeso dall’avv. Costanza Casali
Daniele Mari, nato nel 1974, residente a Castiglione Torinese, dipendente Rfi Difeso dall’avv. Giuseppe Cellerino
Antonella Carrubba, nata nel 1972, residente a Torino, dipendente Rfi Difesa dall’avv. Federica Cerrato
Daniele Moretti, nato nel 1966, residente a Viterbo,dipendente Rfi Difeso dall’avv. Pio Coda
Luca Cavacchioli, nato nel 1974, residente a Teramo, dirigente responsabile della direzione Circolazioni Rfi Spa
Difeso dall’avv. Giovanni Coniglio
Andrea Bregolato, nato nel 1982, residente a Pianezza, dipendente Rfi Spa, coordinatore per la sicurezza
Difeso dall’avv. Ruggero Lo Pizzo
Gianpero Strisciuglio, nato nel 1975, residente a Bari, amministratore delegato Rfi Spa
Difeso dall’avv.Andrea Danni
Paolo Mirabella, nato nel 1973, dipendente, direttore dell'area Nord Oves di CLF Spa Difeso dall’avv. Aldo Mayer
Andrea Colombari, nato nel 1974, residente a Genova, dipendente tecnico CLF Spa Difeso dall’avv. Leo Davoli
Vera Fiorani, nata nel 1964, residente a Roma, amministratore delegato RFI Spa
Difeso dall’avv. Arianna Corcelli
Gaetano Pitisci, nato nel 1975, residente a Torino, dipendente Rfi Spa Difeso dall’avv. Alberto Vercelli
Enrico Peola, nato nel 1970, residente a Bologna, amministratore delegato della CLF Spa Difeso dall’avv. Giovanni Lageard
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