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Cronaca

Diciassettenne sfida un branco di bulli e salva un uomo: il coraggio di Cristi Savin premiato in Regione Piemonte

Cristi Savin, studente moldavo cresciuto nel Cuneese, premiato dal vicepresidente Graglia: «Valori e educazione che meritano di essere esempio»

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Diciassettenne sfida un branco di bulli e salva un uomo: il coraggio di Cristi Savin premiato in Regione Piemonte

Ci sono storie che riescono a spostare l’attenzione da episodi di violenza alla speranza che esistano ancora giovani capaci di scelte radicali e coraggiose. È il caso di Cristi Savin, 17 anni, residente a Canale, che lo scorso 22 luglio ad Alba non ha esitato a intervenire quando un adulto è stato preso di mira da un gruppo di bulli. Mentre la maggior parte dei passanti si sarebbe limitata a guardare o a chiamare i soccorsi, lui ha agito. Si è avvicinato e ha difeso la vittima, riuscendo a bloccare l’aggressione e a contenere la situazione senza che degenerasse in conseguenze più gravi.

L’episodio, rimasto scolpito nella memoria della comunità albese, ha trovato ieri un riconoscimento ufficiale nelle stanze del Consiglio regionale. Palazzo Lascaris, sede istituzionale a Torino, ha aperto le porte al ragazzo, accolto dal vicepresidente Franco Graglia. Nella sala, alla presenza di consiglieri e funzionari, Cristi ha ricevuto una pergamena che certifica la gratitudine delle istituzioni piemontesi verso un gesto giudicato non solo coraggioso, ma anche esemplare per il suo valore educativo.

«Si tratta di un gesto senz’altro non comune – ha dichiarato Graglia – che testimonia un’educazione familiare solida e valori importanti. In un periodo in cui troppo spesso le cronache riportano episodi di indifferenza o di violenza, avere davanti un giovane che sceglie di rischiare per difendere un altro essere umano significa restituire fiducia». Parole che hanno sottolineato la portata simbolica della vicenda: non un semplice fatto di cronaca, ma un esempio da tramandare.

Cristi, nato in Moldavia e trasferitosi da piccolo in Piemonte con la famiglia, è inserito a pieno titolo nel tessuto del territorio. Frequenta un istituto alberghiero e lavora già come cameriere, segno di una maturità precoce. Il suo è un percorso di integrazione che racconta anche la forza delle seconde generazioni, capaci di diventare protagoniste della vita sociale e culturale della regione.

A rendere il gesto ancora più significativo è la giovane età: non è comune che un adolescente decida di esporsi in prima persona contro un gruppo di aggressori. Eppure proprio questa immediatezza ha reso possibile l’azione. Nessuno si è fatto male seriamente, né l’uomo aggredito né il ragazzo intervenuto, ma il messaggio arrivato alla collettività è stato chiaro: non voltarsi dall’altra parte può cambiare le cose.

La cerimonia di Torino non è stata soltanto una formalità. Ha rappresentato la volontà delle istituzioni di premiare il coraggio civile, valorizzando comportamenti che spesso rimangono nell’ombra. In un contesto sociale in cui la violenza giovanile e il bullismo fanno notizia per la loro brutalità, la vicenda di Cristi Savin mostra un volto diverso: quello di un ragazzo che non accetta l’ingiustizia e decide di esporsi.

La storia di Cristi è ora destinata a diventare un simbolo per il Piemonte. Non tanto per il riconoscimento in sé, quanto per il messaggio che veicola: la cittadinanza attiva non è questione di età, ma di scelta. È la decisione di chi non resta indifferente, di chi considera la sicurezza e la dignità altrui come un bene da difendere.

E se oggi quel diciassettenne di Canale è tornato ai suoi studi e al suo lavoro in sala, resta l’insegnamento di un gesto che ha sorpreso gli adulti e che ha mostrato, ancora una volta, come le nuove generazioni possano offrire esempi di responsabilità e altruismo inaspettati.

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