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Cronaca
03 Settembre 2025 - 12:53
Granata della Seconda guerra mondiale vicino alla ferrovia: gli artificieri dell’Esercito la neutralizzano
Un’altra traccia della Seconda guerra mondiale è riemersa dal terreno piemontese e, come spesso accade, non senza rischi. Ad Arquata Scrivia, nell’Alessandrino, è stato rinvenuto un proietto d’artiglieria da 100 millimetri nei pressi della linea ferroviaria. La scoperta ha fatto scattare immediatamente l’allerta: la Prefettura ha richiesto l’intervento degli artificieri dell’Esercito Italiano, che nel pomeriggio di ieri hanno raggiunto l’area per la messa in sicurezza.
Si è trattato di un’operazione condotta dal 32° reggimento genio guastatori della Brigata alpina Taurinense, reparto altamente specializzato nella neutralizzazione di ordigni inesplosi. Gli operatori CMD (Conventional Munition Disposal) hanno isolato la zona e adottato le procedure necessarie per garantire la sicurezza, evitando rischi sia per il traffico ferroviario sia per i residenti. Una volta messo in sicurezza, l’ordigno è stato neutralizzato in modo definitivo.
Il ritrovamento di bombe e granate risalenti ai conflitti del Novecento non è un fatto raro nel Nord Ovest italiano. In Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, le attività di bonifica bellica sono parte integrante del lavoro delle forze armate: solo nel 2024, il 32° reggimento ha neutralizzato oltre 300 ordigni. Numeri che testimoniano la persistenza di una minaccia silenziosa, eredità delle battaglie combattute decenni fa.
Le zone ferroviarie, i cantieri e i terreni agricoli sono spesso luoghi in cui simili residuati bellici vengono alla luce, complici i lavori di scavo o le piene dei fiumi che riportano in superficie materiale esplosivo rimasto sepolto. Proprio per questo, le Prefetture mantengono un contatto costante con i guastatori dell’Esercito, pronti a intervenire con competenze e strumenti specifici.
L’episodio di Arquata Scrivia conferma quanto sia ancora attuale l’eredità della guerra sul territorio: ordigni che, pur silenti da ottant’anni, conservano intatta la loro carica distruttiva e richiedono interventi tecnici accurati per essere neutralizzati. Per la comunità locale, l’operazione si è conclusa senza disagi significativi, ma resta la consapevolezza di vivere in un territorio che porta ancora nel sottosuolo le cicatrici della storia.
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