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15 Luglio 2025 - 17:33
Allarme bomba agli uffici comunali di Torino
Un pomeriggio segnato dalla tensione e dall’incertezza ha sconvolto la routine di via Val della Torre a Torino, dove una telefonata anonima ha fatto scattare l’allarme bomba all’interno degli uffici dei Servizi Sociali del Comune. Tutto è iniziato poco dopo le 15, quando una voce sconosciuta ha raggiunto telefonicamente gli impiegati annunciando la presenza di un ordigno esplosivo all’interno della struttura. Un messaggio tanto inquietante quanto vago, ma sufficiente a far scattare immediatamente l’allerta.
Il personale dell’ufficio, colto di sorpresa ma addestrato a reagire in simili situazioni, ha contattato la centrale operativa della polizia municipale nel giro di pochi secondi. La risposta non si è fatta attendere: le pattuglie dei vigili urbani hanno raggiunto l’edificio, transennando e chiudendo l’intero isolato nel tentativo di garantire la sicurezza pubblica. Via Foglizzo e corso Lombardia sono state immediatamente interdette al traffico, creando un impatto rilevante anche sulla viabilità circostante.
Intorno alle 16 sono arrivati gli artificieri della polizia, che hanno preso in mano la situazione con il protocollo previsto per questi casi. Dopo aver evacuato con rapidità tutti i presenti, i tecnici hanno avviato la bonifica dell’area, utilizzando strumentazioni specifiche per la ricerca di esplosivi e materiali sospetti. Ogni piano dell’edificio è stato passato al setaccio, armadietti, archivi e impianti tecnici controllati con estrema cura. La zona, nel frattempo, è stata presidiata da agenti in assetto operativo, con una presenza costante di auto di servizio e transenne a delimitare l’area a rischio.
I residenti e commercianti della zona, allertati dalle sirene e dalla crescente presenza di forze dell’ordine, hanno osservato con apprensione lo svolgersi della situazione. Molti sono rimasti bloccati all’esterno delle abitazioni o impossibilitati a rientrare nei propri negozi. Una situazione che, seppur vissuta con un misto di ansia e pazienza, ha trovato un risvolto positivo nel buon coordinamento delle operazioni di sicurezza.
Fortunatamente, l’allarme si è rivelato infondato: non è stato trovato alcun ordigno all’interno degli uffici. Intorno alle 18.30, gli artificieri hanno dato il via libera al rientro, permettendo la riapertura dell’area e la ripresa della normalità. Ma il sollievo non ha cancellato le domande. Chi ha chiamato? Perché? E soprattutto: si tratta di un gesto isolato o c’è qualcosa di più dietro?
Le indagini ora sono passate nelle mani della Digos, che sta analizzando la telefonata per cercare di risalire al numero o alla cabina da cui è partita. Non si esclude nessuna ipotesi: dal gesto isolato di un mitomane a un atto intimidatorio, magari legato a situazioni personali o a tensioni nei confronti della pubblica amministrazione. Una pista, quest’ultima, che la polizia non conferma ma nemmeno esclude, considerato il tipo di ufficio coinvolto.
Secondo alcune fonti, negli ultimi mesi non sarebbero mancate segnalazioni o episodi di malcontento legati alla gestione dei servizi sociali, anche se nulla di specifico che potesse far presagire un simile gesto. L’uso di una telefonata anonima come strumento di minaccia, in ogni caso, pone interrogativi su una forma di disagio sociale o rabbia latente che trova sfogo nei modi più pericolosi e imprevedibili.
Nel frattempo, la risposta delle autorità ha dimostrato una macchina di sicurezza efficiente, capace di gestire un’emergenza con rapidità e precisione, evitando il panico e riducendo al minimo i rischi. I funzionari del Comune di Torino, attraverso fonti riservate, hanno fatto sapere che sarà valutata la possibilità di rafforzare ulteriormente i protocolli di allerta interna, con aggiornamenti periodici al personale e simulazioni per essere pronti a reagire anche in casi futuri.
Il caso non è isolato: negli ultimi anni sono aumentate le segnalazioni di allarmi bomba falsi in edifici pubblici, scuole e tribunali. Un fenomeno che, sebbene nella stragrande maggioranza dei casi non porti a conseguenze concrete, comporta sempre un dispendio enorme di risorse, oltre a generare tensione tra cittadini e lavoratori. Da qui l’appello delle autorità a non sottovalutare la gravità di simili gesti, che, anche se compiuti con leggerezza o per “scherzo”, rappresentano un reato penale a tutti gli effetti.
L’episodio di via Val della Torre, conclusosi senza conseguenze fisiche, lascia comunque un senso di vulnerabilità diffusa, in un momento in cui i servizi sociali svolgono un ruolo sempre più cruciale nel sostegno alla popolazione fragile. E in un’epoca in cui la sfiducia verso le istituzioni può trovare espressioni imprevedibili, ogni minaccia, anche falsa, diventa un segnale da non ignorare.
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