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Cronaca
28 Agosto 2025 - 16:20
Paura a Venaria, durante i lavori in casa riemergono frammenti di una bomba della seconda guerra mondiale
Nelle fondamenta delle città italiane la storia a volte non è solo memoria, ma una presenza concreta e pericolosa. A Venaria, in via Zanellato, un normale intervento di ristrutturazione si è trasformato ieri in un’operazione di sicurezza quando, in una cantina privata, sono affiorati frammenti di un ordigno bellico risalente alla Seconda guerra mondiale. Il proprietario stava sgomberando i locali sotterranei della casa, liberandoli da detriti e materiale da costruzione accumulato, quando si è accorto di due parti metalliche sospette. Erano pezzi di bomba, rimasti sepolti per decenni sotto cumuli di scarti edilizi e polvere.
Il rinvenimento ha subito fatto scattare l’allarme. Avvisati i carabinieri, l’abitazione è stata messa in sicurezza e l’area isolata per evitare rischi ai residenti. Poche ore dopo sono intervenuti gli artificieri della Polizia di Stato, che hanno confermato la natura bellica dell’ordigno e predisposto le operazioni di brillamento. I due frammenti, trasportati in un’area protetta lontano dal centro abitato, sono stati fatti esplodere in totale sicurezza.
Il ritrovamento non sorprende del tutto gli esperti: nel torinese, come in molte altre zone del Piemonte, durante i lavori di scavo o ristrutturazione non è raro imbattersi in residuati bellici. Le bombe della guerra, spesso sganciate durante i bombardamenti aerei che colpirono Torino e i comuni vicini, non sempre esplosero all’impatto e vennero inglobate nel terreno o occultate nei fabbricati rimasti danneggiati. Col passare dei decenni, molte sono state recuperate, ma altre restano nascoste, trasformandosi in mine dormienti che emergono solo quando la terra viene mossa da lavori edili.
In questo caso, fortunatamente, si trattava di due frammenti privi di capacità esplosiva immediata, ma la prudenza ha imposto comunque tutte le misure del protocollo militare. Non mancano, infatti, episodi ben più drammatici. Solo negli ultimi anni in Piemonte sono stati rinvenuti ordigni ancora intatti, tanto da richiedere evacuazioni di interi quartieri o la sospensione della viabilità ferroviaria per permettere agli artificieri di intervenire.
La vicenda di Venaria riporta alla luce una pagina di storia che ancora oggi lascia segni tangibili. La città, come Torino, fu pesantemente colpita dai bombardamenti alleati tra il 1942 e il 1944: vennero distrutti capannoni industriali, abitazioni civili e infrastrutture. Molti ordigni inesplosi furono recuperati subito dopo la guerra, ma altri finirono dimenticati nelle cantine, nei campi o sotto i palazzi ricostruiti in fretta negli anni del dopoguerra.
Il proprietario dell’abitazione, spaventato ma lucido, ha fatto ciò che ogni cittadino dovrebbe fare in circostanze simili: non toccare l’oggetto e avvisare immediatamente le forze dell’ordine. Proprio la prontezza della segnalazione ha permesso di evitare rischi, consentendo agli artificieri di procedere rapidamente e senza conseguenze.
Il ritrovamento di ordigni bellici resta un problema ancora attuale. Secondo i dati del Ministero della Difesa, ogni anno in Italia vengono rinvenuti oltre 60.000 residuati esplosivi, una media impressionante che dimostra quanto il nostro territorio sia ancora segnato dai conflitti del Novecento. L’Esercito e la Polizia di Stato svolgono regolarmente interventi di bonifica, spesso invisibili all’opinione pubblica, ma fondamentali per garantire la sicurezza di cittadini e lavoratori.
Quello accaduto a Venaria è un episodio che conferma l’importanza di non sottovalutare mai ritrovamenti sospetti. Oggetti arrugginiti, apparentemente innocui, possono rivelarsi resti di bombe e granate. In questi casi la raccomandazione delle autorità è sempre la stessa: non toccare, non spostare e allertare subito i carabinieri o la polizia.
La paura di via Zanellato si è conclusa senza danni né evacuazioni, ma ha lasciato nei residenti una comprensibile inquietudine. La memoria della guerra, a ottant’anni di distanza, può ancora bussare alle porte delle case, riaffiorando dalle cantine come un monito. E ci ricorda che le ferite del passato non si cancellano mai del tutto, ma continuano a riemergere tra le fondamenta delle nostre città.
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