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Cronaca
01 Settembre 2025 - 15:19
Torneo giovanile nel caos a Collegno, tredicenne aggredito dal padre di un avversario (foto di repertorio)
Scene di violenza inaccettabile hanno segnato il pomeriggio di domenica a Collegno, durante il torneo giovanile Super Oscar, una delle competizioni più prestigiose del calcio dilettantistico piemontese. La partita Under 14 tra Csf Carmagnola e Volpiano Pianese si era appena conclusa con il risultato di 1-0, ma a rubare la scena è stato un episodio che nulla ha a che vedere con lo sport.
Al triplice fischio finale, dopo qualche screzio e sfottò tra i giovanissimi calciatori, si è consumata la follia. Un genitore, legato a un giocatore del Carmagnola, ha scavalcato la recinzione ed è entrato sul terreno di gioco. Il suo obiettivo era il portiere del Volpiano Pianese, tredicenne e tesserato per una società che fa parte dell’Academy Juventus. L’uomo lo ha raggiunto e colpito con estrema violenza, prima al volto e poi continuando ad accanirsi mentre il ragazzo era a terra.
Il giovane è stato soccorso immediatamente e trasferito all’ospedale Martini di Torino, dove i medici hanno riscontrato la frattura del malleolo e ipotizzato anche una frattura allo zigomo, sottoponendolo a ulteriori accertamenti nella giornata di oggi. Il quadro clinico appare serio e la sua stagione sportiva potrebbe già essere compromessa.

Sul campo è stato il caos: dirigenti e accompagnatori delle due squadre sono intervenuti in fretta per bloccare l’aggressore e riportare la calma, mentre il ragazzo veniva caricato in ambulanza. L’uomo, che secondo i presenti sembrava in preda a un raptus incontrollato, è stato identificato dai carabinieri, che ora procederanno con gli accertamenti di rito.
L’episodio getta un’ombra cupa su un torneo che da anni rappresenta un’occasione di crescita e confronto per centinaia di giovani calciatori piemontesi. Invece di celebrare il talento e la passione dei ragazzi, ci si trova di fronte a un fatto che solleva interrogativi pesanti sulla sicurezza nei campi sportivi e sul ruolo degli adulti, chiamati a essere garanti di valori educativi e non protagonisti di violenze inaudite.
Mentre la giustizia ordinaria farà il suo corso, resta la ferita profonda lasciata da una scena che dovrebbe essere estranea a qualsiasi contesto sportivo. La speranza è che questo episodio diventi un segnale d’allarme, spingendo società, istituzioni e famiglie a ribadire con forza un concetto: lo sport giovanile deve rimanere un luogo sicuro, lontano dalle tensioni e dalle follie del mondo degli adulti.

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