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Cronaca
01 Settembre 2025 - 09:26
La “gang del Rubamazzetto” svuota i centri anziani: spariscono carte, bocce e perfino le bustine di zucchero
Torino ha un nuovo nemico pubblico numero uno: non rapinatori di banche né ladri di appartamenti, ma la cosiddetta gang del Rubamazzetto, specializzata in bottini decisamente fuori dall’ordinario. Carte da gioco, bocce, bicchieri, bibite, perfino le bustine di zucchero: per questa banda non c’è nulla di troppo piccolo per finire nel sacco.
L’ultimo colpo, racconta la presidente del centro anziani di piazza Manno, Teresa Alessi, 72 anni, è arrivato poche ore dopo una denuncia già presentata al commissariato. «Sono rientrata e ho trovato i locali di nuovo a soqquadro. Questa volta hanno squarciato la rete esterna e sfondato una finestra. Hanno portato via quadri, bicchieri e, soprattutto, le carte da gioco che avevamo appena ricomprato». Carte che, a quanto pare, valgono oro per i ladri: francesi o napoletane, poco importa, l’importante è farle sparire.
La cronaca recente sembra un bollettino di guerra. Tra maggio e agosto, il circolo ha contato quattro furti. In un’occasione i ladri hanno portato via la macchinetta del caffè, già sottratta una prima volta. Poi è stata la volta di un tagliaerba, di un decespugliatore e di un assortimento da supermercato: bibite, tovaglioli, la lampadina del bagno. Un elenco che fa sorridere e arrabbiare allo stesso tempo.
«Non sappiamo più come difenderci – dice Alessi –. Siamo una trentina di iscritti, ci tassiamo per comprare quel che serve, ma la macchinetta del caffè per ora non la ricompriamo. Negli ultimi mesi ce l’hanno rubata già due volte». Il paradosso è che il centro, nato per offrire un rifugio di socialità e serenità agli anziani del quartiere, ora è diventato terreno di caccia per ladri di piccolo cabotaggio.
Non è un caso isolato. Tre giorni fa un altro centro anziani, in via Brusa a poche centinaia di metri, ha subito lo stesso destino: anche lì sono sparite bocce e carte. Coincidenze? Forse no. Le forze dell’ordine stanno valutando l’ipotesi che dietro i colpi ci sia una piccola banda specializzata in questo genere di razzie. Più che “Arsenio Lupin”, qui si parla di ladri con gusti da dopolavoro.
Ironia a parte, il danno resta. Non tanto economico – anche se comprare continuamente mazzi di carte e stoviglie pesa sulle tasche degli anziani – quanto morale. Perché colpire un circolo di quartiere, dove i soci si autotassano per tenere viva una comunità, significa minare la fiducia reciproca e togliere a chi è più fragile un luogo di incontro e conforto.
Il commissariato di zona raccoglie puntualmente le denunce, ma gli anziani si chiedono fino a quando la “gang del Rubamazzetto” potrà continuare indisturbata. Intanto, tra i tavoli di piazza Manno, le partite a carte si fanno più rare e i caffè meno dolci. Non perché manchi lo zucchero della macchinetta: quello, ormai, se lo sono portati via anche i ladri.
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