Cerca

Cronaca

Torino, arrestato ladro seriale di vino rosso: terrorizzava i supermercati

Fermato dai carabinieri a Torino un trentenne senza fissa dimora già noto per furti e rapine

Torino, arrestato ladro

Torino, arrestato ladro seriale di vino rosso: terrorizzava i supermercati

Un bottiglione di vino in brick come bottino e la violenza come metodo. Si è conclusa con un arresto la breve ma intensa scia di furti e rapine messe a segno da un uomo di 34 anni, senza fissa dimora e originario della Costa d’Avorio, che in due giorni aveva terrorizzato i titolari di tre supermercati nel centro di Torino. L’epilogo è arrivato venerdì 29 agosto, quando i carabinieri della stazione Borgo San Salvario lo hanno bloccato in corso Vittorio Emanuele II, dopo l’ennesimo colpo andato in scena in pieno giorno.

Tutto è iniziato intorno alle 14, all’In’s Mercato al civico 21. Il ladro, già conosciuto alle forze dell’ordine per reati simili, ha afferrato una confezione di vino in brick dagli scaffali. Scoperto dal titolare, non ha esitato a reagire con minacce e un tentativo di aggressione. Le urla hanno attirato l’attenzione dei clienti presenti, alcuni dei quali hanno allertato il 112 raccontando la scena concitata. In pochi minuti i militari hanno raggiunto il supermercato e fermato l’uomo, trovandolo con la refurtiva ancora in mano.

Non era la prima volta che il trentenne si comportava così. Poche ore prima, alle 10 del mattino, aveva messo a segno un colpo identico alla Pam Local di via Madama Cristina 24, a circa cinquecento metri di distanza. Anche lì il copione era stato lo stesso: vino in brick rubato dagli scaffali, minacce al titolare e fuga precipitosa. Il giorno precedente, giovedì 28 agosto, si era presentato in un altro punto vendita della stessa catena, in via Lagrange 15, nel cuore del centro storico. Tre supermercati diversi, stesso modus operandi, stesso obiettivo da pochi euro che però si è trasformato in una sequenza di rapine aggravate.

La cattura è stata possibile proprio grazie alla conoscenza che i carabinieri avevano già del soggetto. L’uomo, senza un domicilio stabile e con precedenti alle spalle, si muoveva spesso nella zona di San Salvario e del centro. Proprio lì aveva colpito con una frequenza insolita, forse convinto che un reato di così piccolo valore economico potesse passare inosservato. Ma la violenza usata durante i colpi ha trasformato il furto in rapina, con un peso giudiziario molto più rilevante.

L’arresto ha portato alla luce anche un problema più ampio, quello della microcriminalità legata alle persone senza fissa dimora e prive di mezzi di sostentamento. Per il ladro del vino in brick, il bisogno di alcol sembrava la molla principale, ma la modalità aggressiva con cui agiva lo rendeva particolarmente pericoloso. Non a caso, nelle ultime settimane erano arrivate diverse segnalazioni da parte di esercenti esasperati per episodi simili, spesso legati a soggetti già noti alle forze dell’ordine.

La vicenda ha colpito l’opinione pubblica per il contrasto tra l’esiguità del bottino e la gravità del reato. Per una confezione di vino da pochi euro, l’uomo non esitava a mettere in pericolo l’incolumità di chi lavorava dietro al banco o di chi stava facendo la spesa. La sensazione di insicurezza nei quartieri centrali, già segnata da furti e scippi, è così aumentata, soprattutto perché gli episodi avvenivano in pieno giorno e davanti a decine di testimoni.

Ora l’uomo dovrà rispondere di rapina impropria e violenza privata. La procura di Torino valuterà le sue responsabilità nei tre episodi, che potrebbero non essere gli unici a lui riconducibili. I carabinieri stanno infatti passando al setaccio altri furti segnalati in zona con dinamiche analoghe. La magistratura dovrà anche decidere sulle eventuali misure cautelari da applicare, considerando la pericolosità e la recidiva.

Dietro al caso del ladro del vino si intravede un tema più ampio: la gestione delle marginalità sociali in città come Torino, dove il numero di persone senza fissa dimora è in crescita e spesso si intreccia con problemi di dipendenze e microcriminalità. Non è raro che episodi apparentemente minori diventino il segnale di un disagio più profondo, difficile da affrontare solo con gli strumenti repressivi. Tuttavia, per i commercianti e i residenti, resta centrale l’esigenza di sicurezza e di tutela, soprattutto quando i comportamenti degenerano in aggressioni.

Il caso, pur nella sua singolarità, ha ricordato ai torinesi quanto sia sottile la linea tra furto e violenza e quanto la microcriminalità possa diventare destabilizzante se ripetuta e concentrata in aree frequentate. La rapidità dell’intervento dei carabinieri ha evitato conseguenze peggiori, ma l’eco della vicenda resta forte, simbolo di una città in cui i piccoli reati possono avere un impatto molto grande sulla percezione di sicurezza collettiva.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori