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Cronaca

Baby-rapinatore di Pont-Suaz arrestato a Ivrea: a 18 anni già due colpi con il coltello e un furto alle spalle

Il giovane, residente a Gressan, è accusato di rapina aggravata e furto: ripreso dalle telecamere, è finito in carcere a Torino su ordinanza del gip minorile

Baby-rapinatore

Baby-rapinatore di Pont-Suaz arrestato a Ivrea: a 18 anni già due colpi con il coltello e un furto alle spalle

Ha appena compiuto 18 anni, ma il suo profilo è già quello di un delinquente navigato. A Gressan, in Valle d’Aosta, lo conoscono come un ragazzo difficile, con precedenti denunce sulle spalle. Ora, a pochi giorni dalla maggiore età, è finito in manette con accuse pesantissime: rapina aggravata e furto. L’arresto è stato eseguito dai carabinieri di Aosta, su ordine del gip del Tribunale per i minorenni di Torino, dopo che il giovane è stato rintracciato due giorni fa a Ivrea. Da lì è stato trasferito in carcere a Torino, dove resterà in custodia cautelare.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, il baby-rapinatore avrebbe messo a segno una serie di colpi in pieno agosto. Il 7 agosto il bersaglio fu una farmacia di Pont-Suaz: entrò con il volto travisato e un coltello in pugno, minacciò la commessa e si fece consegnare l’incasso, circa 500 euro. Pochi giorni prima era toccato a una tabaccheria, presa di mira con lo stesso modus operandi: volto coperto, coltello in mano, minacce dirette alla titolare. In entrambi i casi le immagini delle telecamere di sorveglianza lo avevano immortalato, fornendo prove decisive per le indagini.

Non solo rapine: il ragazzo avrebbe commesso anche un furto in una pizzeria di Gressan, sempre nel medesimo arco temporale. Una escalation di violenza e microcriminalità che ha spinto le forze dell’ordine a intervenire con fermezza. Le indagini, condotte dai carabinieri e con un primo intervento della polizia, hanno permesso di collegare gli episodi e attribuirli al giovane, già noto per precedenti simili.

La parabola del neo-maggiorenne appare tanto rapida quanto preoccupante. In un’età in cui dovrebbe essere alle prese con l’ingresso nell’età adulta, il ragazzo sembra invece aver imboccato la strada della malavita precoce, con dinamiche che ricordano il fenomeno delle baby gang. Rapine organizzate in modo rudimentale ma spavaldo, con un’arma bianca usata per intimidire, e la scelta di colpire piccoli esercizi di quartiere, luoghi vicini e facili da raggiungere.

Gli inquirenti ora stanno cercando di capire se dietro alle sue azioni ci fosse un piano preciso o se si trattasse piuttosto di colpi improvvisati, frutto di disperazione e incoscienza. Resta da valutare anche se altri complici possano averlo aiutato, anche se al momento dalle immagini di videosorveglianza sembra che abbia agito da solo.

Il gip del Tribunale per i minorenni di Torino ha accolto la richiesta di custodia cautelare avanzata dalla procura, considerando il profilo ad alto rischio del giovane e la possibilità concreta di reiterazione dei reati. Un segnale chiaro: la giustizia minorile, pur attenta a percorsi di recupero, non può ignorare episodi così gravi e ravvicinati.

Intanto a Gressan e a Pont-Suaz resta lo sconcerto. Piccole comunità, abituate a una quotidianità tranquilla, si sono trovate all’improvviso al centro di una cronaca nera fatta di minacce, coltelli e paura. Per i commercianti coinvolti, tabaccaio e farmacista, rimane la memoria di attimi di terrore, di una violenza che – anche se senza feriti – lascia un segno profondo.

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