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24 Agosto 2025 - 10:16
Una corsa di ritorno dalla movida, tre aggressioni in sequenza e un autista finito in ospedale. Sulla linea notturna GTT che collega piazza Vittorio a Pianezzala notte si è trasformata in un percorso a ostacoli, tra violenza gratuita, procedure d’emergenza che non rispondono e un senso di vulnerabilità che lascia domande aperte sulla sicurezza dei mezzi pubblici nelle ore più delicate.
Sono circa le 3 del mattino quando, in piazza Vittorio, sale a bordo un gruppo numeroso di giovanissimi. Secondo il racconto del conducente poi medicato in ospedale, si trattava di otto ragazzi e tre ragazze, tutti minorenni; le giovani italiane, i maschi di origine nordafricana. Pochi minuti e scoppia la scintilla: uno dei ragazzi afferra una coetanea per il collo e la schiaffeggia con violenza. L’autista attiva la procedura d’emergenza dalla cabina, ma dalla centrale non arrivano risposte. Per fermare l’aggressione interviene in prima persona: viene sputato, colpito a calci e scaraventato a terra. Il polso si gonfia all’istante. A evitare il peggio è l’arrivo dei colleghi che seguivano con le vetture successive: la “baby gang” si dilegua. Il conducente, con altri passeggeri ancora a bordo, porta il mezzo fino al capolinea di Pianezza, quindi chiama un’ambulanza e raggiunge l’ospedale di Rivoli: la prognosi è di quattro giorni.
Non è finita. Durante il turno successivo, il mezzo si guasta in strada Altessano. Il conducente, che riferisce di aver riconosciuto alcuni giovanissimi già saliti a piazza Vittorio, subisce un’aggressione verbale, mentre la cabina viene presa a calci. Anche in questo caso, la procedura d’emergenza non va a buon fine: nessuna risposta dalla centrale. L’autista chiama il 112 dal cellulare. I carabinieri arrivano e identificano i passeggeri presenti, ma i responsabili si sono già allontanati. Più tardi, nel prosieguo del turno, lo stesso gruppo torna a farsi vedere: scambiano il conducente per il collega picchiato, urlano insulti e colpiscono il bus. Il guidatore riesce a farli scendere senza ulteriori conseguenze.
Il tratto comune dei racconti dei due autisti è il silenzio della centrale operativa in due frangenti critici. È un dettaglio che pesa, perché nelle ore della movida — quando l’afflusso è alto e i comportamenti a bordo più disinvolti, tra salti del tornello e alcol consumato senza riguardo — la rapidità delle risposte è decisiva per disinnescare situazioni a rischio. Il fatto che a contenere la violenza siano stati, di volta in volta, la prontezza dei colleghi e l’intervento dei carabinieri, mette a fuoco un vuoto operativo che merita una verifica puntuale.
La cronaca di questa notte ripropone un tema noto: come garantire viaggi sicuri sulle linee notturne senza trasformare l’autista nell’unico argine tra passeggeri e aggressori? Le testimonianze raccolte parlano di minori in gruppo, escalation rapida, difficoltà a contattare chi dovrebbe coordinare gli interventi. Un presidio più visibile nelle tratte sensibili, procedure d’emergenza a prova di guasto e strumenti di segnalazione immediata possono fare la differenza. Intanto, resta l’immagine di un servizio regolare salvato dal sangue freddo di chi guida e dalla rete dei colleghi, in attesa che le responsabilità vengano accertate e che la tratta tra piazza Vittorio e Pianezza torni a essere, anche di notte, un luogo di passaggio e non di paura.
Il bus notturno su cui si sono verificati gli episodi di violenza fa parte della rete Night Buster, il servizio GTT che collega il centro di Torino con i comuni della cintura nelle notti di venerdì, sabato e prefestivi.
Attivo dalle 23 alle 5, il Night Buster copre l’intera estate con 17 linee dedicate che raggiungono 29 comuni dell’area metropolitana: da Rivoli a Settimo, da Caselle a Chieri, da Orbassano a Vinovo. Il nodo principale resta piazza Vittorio Veneto, hub centrale della movida torinese e punto di partenza e arrivo per tutte le corse.
Il servizio non prevede biglietti speciali: si utilizzano i normali titoli di viaggio validi di giorno. Gli autobus, alimentati a metano e dotati di videosorveglianza a bordo, sono pensati per garantire spostamenti sicuri e sostenibili anche di notte.
Secondo GTT e Comune di Torino, il Night Buster è uno strumento di mobilità “inclusiva e responsabile”, utile soprattutto ai più giovani che frequentano il centro in orario notturno. L’obiettivo è ridurre il ricorso all’auto privata, offrendo un’alternativa pubblica e più sicura per rientrare a casa.
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