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23 Agosto 2025 - 10:32
Tram 4
Alle 4.30 del mattino un ciclista respinto all’accesso del tram 4 ha scatenato un inseguimento tra corso Regina e ponte Mosca. Prima le offese, poi un finto investimento, infine un cetriolo lanciato alla fermata di via Emilia. Un episodio paradossale che riassume le difficoltà quotidiane del trasporto pubblico, tra conducenti sotto pressione e passeggeri esasperati.
Secondo il racconto del manovratore Gtt, tutto inizia quando l’uomo tenta di salire a bordo con la bicicletta. “Voleva salire con la bici, ma visto che le due ruote non possono viaggiare a bordo gli ho fatto cenno di no e ho proseguito la mia corsa”, spiega. Da lì l’escalation: l’individuo inizia a inseguire il convoglio lungo corso Regina, fino a ponte Mosca. Prima scaglia contro il tram una bottiglia vuota, poi getta a terra la bici e si butta lui stesso sull’asfalto, simulando un investimento.
Quando il mezzo riparte, l’inseguimento ricomincia. Alla fermata successiva, in via Emilia, una nuova scena: l’uomo lancia un cetriolo verso il tram, quindi si dilegua. L’autista, a quel punto, riprende parte dell’episodio con il telefonino, a tutela della propria versione dei fatti.
“Queste cose capitano di frequente su questo percorso”, aggiunge il conducente. La frase pesa, perché colloca l’episodio dentro una serialità di micro-violenze e intimidazioni che, di notte e all’alba, spesso restano ai margini del dibattito pubblico. Non è solo una questione di regole — le biciclette non possono viaggiare sui tram Gtt — ma di rispetto e di sicurezza operativa: una manciata di minuti può trasformarsi in una prova di resistenza per chi è al lavoro e per chi è a bordo.
Sulla vicenda è intervenuta la Faisa Cisal. “Ne ho parlato anche con l’ad Mulè — dice il segretario Michele Schifone — sembra sensibile al tema e ha promesso che interverrà”.
Michele Schifone, Faisa Cisal
Un impegno che, alla luce della frequenza segnalata, dovrà tradursi in azioni concrete: più vigilanza nei punti critici del percorso, supporto agli autisti nelle fasce orarie più delicate, comunicazioni chiare sulle regole per passeggeri e mezzi a bordo. Misure semplici, ma decisive per riportare un clima di normalità.
Il dettaglio del cetriolo che vola alla fermata fa sorridere solo in apparenza. È il segno di una tensione che oltrepassa il confine del buon senso e mina la percezione di sicurezza. Pretendere regole semplici — niente biciclette sui tram — e pretendere che siano rispettate non è pignoleria: è la condizione minima per un servizio che funzioni.
Se la linea 4 è “presa di mira”, come raccontano gli operatori, serve una risposta di sistema: presenza, deterrenza, ascolto di chi sta al volante e tutela dei passeggeri. Solo così episodi come quello dell’alba torinese resteranno ciò che devono essere: eccezioni, non abitudini.
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