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Sgombero all’ex Centrale del Latte: nove braccianti allontanati dai locali fatiscenti

Identificati dai carabinieri in via San Rocco: attivati Asl Cn2, Nil di Cuneo e progetto Common Ground

immigrati agricoltura

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All’alba di una vendemmia che muove l’economia del territorio, nove lavoratori agricoli stranieri, tutti regolari, sono stati costretti a lasciare il rifugio di fortuna trovato nell’ex Centrale del Latte di Alba. Lì, tra pareti scrostate e servizi compromessi, avevano cercato riparo temporaneo. La loro storia incrocia un tema noto e delicato: la sicurezza dei luoghi e la fragilità degli alloggi per chi lavora nei campi.

Questa mattina, 23 agosto 2025, i carabinieri della Compagnia di Alba hanno identificato e allontanato i nove occupanti dai locali dell’ex Centrale del Latte, in via San Rocco. L’operazione rientra nelle attività di prevenzione e controllo del territorio, con un’attenzione specifica al contrasto delle occupazioni abusive e del caporalato. I lavoratori, impiegati nella vendemmia, sono risultati in regola con i documenti.

L’edificio versa in condizioni igienico-sanitarie precarie ed è stato valutato come un potenziale rischio per la salute pubblica. Già a luglio la polizia municipale era intervenuta, dopo diverse segnalazioni di bivacchi nell’area. La scelta dell’allontanamento, spiegano fonti investigative, è maturata per evitare situazioni di pericolo in spazi non idonei all’ospitalità.



I militari hanno attivato i canali istituzionali: informato il Dipartimento di Prevenzione dell’ASL CN2 e il NIL Carabinieri di Cuneo, chiamati a valutare eventuali interventi a tutela della salute e del lavoro; contattati i responsabili del progetto interregionale Common Ground, dedicato al contrasto dello sfruttamento lavorativo, per un supporto mirato alla gestione dei lavoratori coinvolti.

I fatti di via San Rocco richiamano un problema che si ripresenta con la stagione agricola: la sistemazione temporanea dei braccianti. Quando le soluzioni di accoglienza non sono disponibili o risultano insufficienti, il confine tra riparo di fortuna e rischio sanitario si assottiglia. La tutela della dignità dei lavoratori e la salvaguardia della salute pubblica passano da alloggi sicuri e controllati; le azioni coordinate di controllo e prevenzione, se accompagnate da percorsi di presa in carico, possono limitare sfruttamento e irregolarità.

Spetta agli enti preposti stabilire le verifiche e gli eventuali provvedimenti sull’immobile, mentre il coinvolgimento di ASL CN2, NIL di Cuneo e Common Ground indica una gestione che punta sia alla sicurezza, sia alla legalità del lavoro stagionale. Per i nove braccianti, regolari e al lavoro nella vendemmia, l’auspicio è l’accesso a soluzioni abitative idonee, nel rispetto delle norme e della loro condizione di lavoratori.

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