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Cronaca
22 Agosto 2025 - 09:16
Carcere di Alba nel caos: aggressioni, agenti feriti e strutture distrutte mentre la videosorveglianza resta spenta
Una giornata di violenza e degrado ha segnato il carcere di Alba, dove il 21 agosto due agenti della Polizia Penitenziaria sono finiti in ospedale dopo essere stati aggrediti da un detenuto. L’uomo, in preda a una furia improvvisa, ha colpito gli operatori usando come arma la gamba di un tavolo, sferrando un calcio ai testicoli a uno e un colpo alla schiena all’altro. Entrambi hanno riportato lesioni con una prognosi di cinque giorni. Secondo la ricostruzione, la scintilla sarebbe stata la decisione del medico di guardia di negare l’uso di una stampella, giudicata non necessaria. La reazione è stata spropositata: calci al cancello, devastazioni e infine l’attacco agli agenti intervenuti per contenerlo.
La situazione è degenerata ulteriormente quando un secondo detenuto, già noto per episodi simili, si è unito alla distruzione, contribuendo a mandare in frantumi l’ultimo impianto di illuminazione rimasto funzionante. Un atto che assume contorni ancora più gravi perché avvenuto in una struttura già priva di sistema di videosorveglianza, fuori uso da tempo. In queste condizioni, il lavoro degli agenti è diventato ancora più pericoloso, senza alcun supporto tecnologico che potesse documentare o prevenire le violenze.
L’OSAPP, il sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria, parla di un carcere “allo sfascio” e denuncia un quadro ormai insostenibile. Il segretario generale Leo Beneduci ha usato parole durissime: «Il carcere di Alba è completamente allo sfascio. Il distretto del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta è ormai un colabrodo: mentre il personale operativo è lasciato solo ad affrontare situazioni al limite della sopravvivenza, alcuni dirigenti vengono premiati con l’avanzamento al grado superiore per presunti meriti eccezionali in un clima di assoluta autoreferenzialità. È una vergogna istituzionale senza precedenti».
Le parole di Beneduci evidenziano non solo l’emergenza strutturale, ma anche il malessere del corpo di Polizia Penitenziaria, costretto a gestire quotidianamente episodi di violenza senza mezzi, senza rinforzi e con un organico ridotto all’osso. L’OSAPP chiede misure immediate: ripristino delle telecamere, rafforzamento del presidio sanitario, aumento del personale e dei mezzi. Non più promesse o convegni, ma interventi concreti.
Il carcere di Alba, già noto per condizioni difficili e ripetuti episodi di tensione, rappresenta un caso emblematico delle criticità del sistema penitenziario piemontese. L’assenza di strumenti minimi di sicurezza, come l’illuminazione e le telecamere, trasforma ogni turno di lavoro degli agenti in una lotteria ad alto rischio. Episodi come quello del 21 agosto confermano quanto fragile sia l’equilibrio dentro le mura di una struttura che, a detta dei sindacati, vive in una condizione di abbandono istituzionale.
Il segnale che arriva da Alba è chiaro: senza interventi immediati, la violenza rischia di esplodere ancora. E chi ne paga il prezzo, come sempre, sono i poliziotti in prima linea.
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