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Cronaca

Castellamonte perde Giovanni Matano: l’artista che univa scultura, pittura e ceramica muore a 80 anni dopo una caduta

Dal Canavese ai musei internazionali, la carriera di un maestro che ha lasciato un segno indelebile nella cultura piemontese

 Giovanni Matano

Giovanni Matano

La comunità artistica piemontese è in lutto per la scomparsa di Giovanni Matano, morto a 80 anni dopo cinque giorni di ricovero all’ospedale CTO di Torino. L’artista, scultore e pittore di fama internazionale, era rimasto vittima di una caduta il 16 agosto, all’uscita di casa, che gli aveva provocato un grave trauma cervicale. Nonostante l’immediato intervento del 118 e il successivo trasferimento in elisoccorso al nosocomio torinese, le sue condizioni erano apparse da subito critiche e non hanno lasciato scampo.

Originario di Cascano di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, ma castellamontese d’adozione, Matano ha intrecciato la propria vita con quella del Canavese, dove è diventato un punto di riferimento per la scena culturale. Dopo gli studi artistici e l’abilitazione all’insegnamento, aveva assunto la cattedra di discipline pittoriche al Primo Liceo Artistico di Torino, trasmettendo alle nuove generazioni non solo tecniche e metodi, ma soprattutto passione e libertà creativa.

Parallelamente all’attività didattica, Matano ha sviluppato una ricerca personale che lo ha reso un artista inconfondibile. Le sue opere, sospese tra pittura, scultura e grafica, affondano le radici nel primitivismo e nell’espressionismo, con un linguaggio che richiama maschere ancestrali e figure totemiche. I suoi lavori, spesso in terracotta e ceramica, hanno raccontato l’essenza primitiva dell’uomo e la tensione universale tra materia e spiritualità.

La sua carriera ha toccato palcoscenici importanti: da Ivrea a Torino, da Saint-Vincent a Oropa, fino ad arrivare a esperienze internazionali. Nel 2016 fu protagonista al Devil’s Museum di Kaunas, in Lituania, dove una delle sue sculture entrò nella collezione permanente del museo. Già nel 1986 aveva partecipato alla Quadriennale di Roma, confermandosi tra le voci più originali della scena artistica italiana.

A Castellamonte, città che con la ceramica ha un legame identitario, Matano ha lasciato tracce profonde. Più volte presente alla Mostra della Ceramica, aveva esposto alla Fornace Pagliero di Spineto, dove nel 2017 prese parte alla rassegna “Terra viva” e nel 2021 ricevette un tributo per i cinquant’anni di attività artistica. Alcune sue opere sono tuttora visibili in spazi pubblici e mostre della città, che aveva imparato a considerare come casa.

La sua scomparsa è arrivata a ridosso della 64ª edizione della Mostra della Ceramica di Castellamonte, un evento a cui l’artista aveva partecipato in numerose edizioni. Proprio in questi giorni la città si preparava a celebrare l’arte locale con un nuovo allestimento del “Balcone dell’arte”, dedicato anche a lui.

Con la morte di Giovanni Matano, Castellamonte perde non solo un artista, ma una figura che ha contribuito a definire il suo volto culturale, capace di dare respiro internazionale alla ceramica e all’arte del Canavese. Resta in eredità un patrimonio di opere e di esperienze che hanno segnato più di cinquant’anni di ricerca e sperimentazione, e che continueranno a parlare con la forza silenziosa delle sue sculture e dei suoi dipinti.

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