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Cronaca

Grave caduta per l’artista Giovanni Matano: ricoverato al CTO in prognosi riservata

La lotta per la vita di Giovanni Matano: l'artista di Castellamonte, maestro delle forme primitive e simboliche, in gravi condizioni dopo un incidente

Castellamonte, apprensione per il maestro ceramista Giovanni Matano: ricoverato al CTO dopo una caduta

Giovanni Matano

È ricoverato in condizioni critiche all’Ospedale Cto di Torino l’artista Giovanni Matano, 80 anni, di Castellamonte, noto a livello internazionale per le sue sculture e opere ispirate al primitivismo e all’espressionismo. L’incidente è avvenuto nella giornata di sabato 16 agosto 2025, quando Matano è rimasto vittima di una caduta improvvisa che gli ha procurato un grave trauma cervicale alla colonna.

Immediatamente soccorso dal 118, è stato trasferito d’urgenza in elisoccorso al CTO, dove i medici lo hanno preso in carico e disposto il ricovero in prognosi riservata. Le sue condizioni restano serie, e saranno decisive le prossime ore per comprendere l’evoluzione del quadro clinico.

La notizia ha fatto rapidamente il giro del Canavese, lasciando attoniti i tanti che conoscono Matano non solo per il suo percorso artistico ma anche per la sua presenza discreta e tenace nella vita culturale castellamontese. Le prossime ore saranno decisive, mentre dall’ospedale arrivano solo comunicazioni essenziali: le condizioni sono serie e il quadro clinico complesso, ma il paziente è sotto costante monitoraggio.

Chi è Giovanni Matano? Per Castellamonte e per l’arte italiana non è solo un nome.

Nato nel 1944 a Cascano di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, approdò giovane in Piemonte e trovò nel Canavese la sua seconda casa, la terra dove ha intrecciato radici personali e artistiche. Dopo gli studi e l’abilitazione, ha insegnato discipline pittoriche al Primo Liceo Artistico di Torino, trasmettendo generazioni di studenti non solo tecniche ma soprattutto passione e libertà creativa. Parallelamente, ha portato avanti una ricerca personale che lo ha reso inconfondibile: opere che si collocano tra pittura, scultura e grafica, con un linguaggio che guarda all’essenza primitiva dell’uomo, alle maschere ancestrali, a quella tensione espressiva che viene da lontano e tocca corde universali.

A Castellamonte, patria della ceramica, ha trovato un terreno fertile per la sua sperimentazione. Le sue sculture in terracotta e in ceramica, i suoi volti totemici, le figure ieratiche e misteriose hanno calcato i palchi della Mostra Internazionale della Ceramica d’Arte, più volte tra il 1990 e il 1998, ricevendo attenzione e riconoscimenti. Negli anni ha portato le sue opere in Piemonte e in Lombardia, con personali a Ivrea, Torino, St. Vincent, Borgarello, Oropa. Ma il suo sguardo non si è mai fermato ai confini locali: nel 2016 è stato protagonista di una straordinaria esperienza internazionale al Devil’s Museum di Kaunas, in Lituania, dove le sue creazioni, cariche di simbolismo e di una forza quasi rituale, hanno impressionato critici e visitatori. Una sua scultura, Figura con anelli, è entrata addirittura a far parte della collezione permanente del museo, conferma di un percorso capace di parlare un linguaggio universale.

Giovanni Matano

Nel 2017, alla rassegna “Terra Viva” al Centro Ceramico Fornace Pagliero, Matano ha presentato lavori che ancora una volta richiamavano le tradizioni africane, rilette con sensibilità contemporanea, in un gioco di rimandi tra culture e continenti. E nel 2021, proprio alla Fornace Pagliero, Castellamonte gli ha tributato una grande antologica, ripercorrendo oltre cinquant’anni di ricerca, tra ceramica, legno e pietra, in un percorso che restituiva l’immagine di un artista appartato ma profondamente coerente, mai prigioniero delle mode, fedele alla sua visione.

Oggi, mentre Matano lotta per la vita in un letto d’ospedale, il pensiero corre a quelle figure scavate nella terracotta, ai volti scolpiti che sembrano arrivare da civiltà lontane, al fascino misterioso delle maschere che l’artista ha sempre interpretato come ponti tra passato e presente, tra l’umano e il sacro. La sua caduta è un colpo durissimo per la città di Castellamonte, che nella ceramica e nell’arte ha una delle sue identità più profonde. Non a caso, già nelle prime ore, sono arrivati messaggi di vicinanza alla famiglia e parole di speranza da parte di amici, artisti e colleghi.

Perché Matano non è soltanto un maestro della scultura: è un uomo che ha intrecciato la sua storia personale a quella di una comunità, contribuendo a far conoscere Castellamonte e il Canavese oltre i confini nazionali. Un artista che ha saputo raccontare, con materiali semplici e tecniche antiche, il mistero stesso dell’esistenza.

Mentre i medici del CTO mantengono il più stretto riserbo, il territorio intero trattiene il fiato. Non è soltanto una questione di salute individuale: in gioco c’è il destino di un patrimonio vivente, di una voce unica che ha dato forma e sostanza a un pezzo di storia culturale del Piemonte.

Insomma, da Castellamonte a Kaunas, dai forni della ceramica canavesana ai musei internazionali, il percorso di Giovanni Matano è la prova che l’arte non ha confini. Oggi, però, conta solo una cosa: che l’uomo, prima ancora dell’artista, possa vincere questa battaglia e tornare a raccontare il suo mondo con le mani, gli occhi e il cuore.

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