AGGIORNAMENTI
Cerca
Cronaca
18 Agosto 2025 - 12:51
Colpi di softair in strada: una donna ferita al braccio
Non è una scena da videogioco né uno scherzo tra amici finito male: quanto accaduto nei giorni scorsi a Valdilana, in provincia di Biella, ha assunto toni preoccupanti e solleva interrogativi sulla gestione e il possesso di armi softair anche in ambito domestico. Una donna alla guida della sua auto è rimasta ferita al braccio da alcuni pallini sparati da un'abitazione, mentre stava semplicemente transitando su una via del paese. Alla base dell’episodio ci sarebbe, secondo la versione fornita dal responsabile, un errore: il giovane avrebbe sparato inavvertitamente mentre puliva un fucile softair.
I carabinieri, allertati dalla donna subito dopo il fatto, hanno avviato le indagini. Non ci è voluto molto per risalire al responsabile: si tratta di un ragazzo di 22 anni, residente nella zona. I militari lo hanno identificato e denunciato per lesioni personali e getto pericoloso di cose, due reati che – anche se legati a un’arma non convenzionale – non sono stati sottovalutati. L’arma è stata sequestrata, e ora la vicenda è al vaglio dell’autorità giudiziaria.
Secondo quanto emerso, il giovane ha dichiarato di non aver mirato intenzionalmente alla donna, sostenendo che i colpi sarebbero partiti accidentalmente durante un'operazione di manutenzione del fucile, un'arma elettrica da softair. Tuttavia, resta il fatto che una persona estranea, totalmente inconsapevole e in transito, è stata colpita e ferita, sebbene fortunatamente in modo lieve.
Il caso riapre un dibattito già noto a livello nazionale: quello sull’uso improprio delle armi da softair, spesso sottovalutate in termini di pericolosità. Sebbene si tratti di strumenti ad aria compressa o elettrici, che utilizzano pallini di plastica e non proiettili veri, il loro impiego scorretto può causare danni fisici reali. La normativa attuale le considera in gran parte strumenti ludici, ma impone limiti precisi all’utilizzo, in particolare sull’età del possessore, sull’impiego esclusivo in aree delimitate e sull’obbligo di non renderle pericolose, ad esempio potenziandole o utilizzandole fuori da contesti sportivi.
Il Comune di Valdilana, come tanti altri centri italiani, non ha mai avuto casi simili documentati. Ma ciò non toglie che l’episodio getti una luce inquietante su ciò che può accadere in assenza di attenzione e controllo. Se davvero l’arma è stata “sparata per errore”, come sostiene il giovane, si pone un problema di sicurezza non da poco: può un’arma, seppur da softair, scaricare colpi in modo del tutto autonomo o inavvertito? O, più realisticamente, è mancata una corretta gestione dell’attrezzo?
Nel frattempo, la donna ferita, seppur sotto shock per l’accaduto, non ha riportato conseguenze gravi. I medici hanno trattato le lesioni al braccio come compatibili con l’impatto da softair, ma non si escludono ulteriori accertamenti, anche di tipo legale. Potrebbero infatti esserci azioni civili per il risarcimento dei danni, una volta chiarite con precisione le circostanze dell’episodio.
Non si tratta solo di una bravata o di un incidente banale. L’evento evidenzia quanto, anche con strumenti che dovrebbero servire al gioco o allo sport, servano responsabilità, buon senso e regole chiare. Il softair è una disciplina regolamentata, con appassionati e associazioni che ne garantiscono la sicurezza e il rispetto delle normative. Ma fuori dai campi di gioco, e senza le adeguate precauzioni, anche un pallino può diventare un’arma.
La Procura di Biella ora dovrà valutare se procedere con ulteriori accertamenti, soprattutto in merito al grado di colpa del giovane. Saranno importanti, in questo senso, eventuali perizie tecniche sul fucile sequestrato, per stabilire se davvero i colpi possano essere partiti “da soli”, o se invece sia stato premuto il grilletto – consapevolmente o meno.
L’episodio resta emblematico di un vuoto culturale prima ancora che normativo. Perché non serve una pistola vera per fare danni: basta una replica e un momento di disattenzione. E quando la sicurezza degli altri viene messa a rischio, non esistono giustificazioni che tengano.
Edicola digitale
I più letti
Ultimi Video
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.