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Cronaca

Agente penitenziario salva detenuto dal suicidio: “Senza di lui oggi conteremmo un morto in più”

Il gesto nel padiglione E del carcere Lorusso e Cutugno rilancia l’allarme OSAPP sulle carenze del sistema e l’assenza di interventi del Governo

Foto di repertorio

Foto di repertorio

Un detenuto italiano ha tentato di togliersi la vita nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino, ma il suo gesto è stato sventato grazie al tempestivo intervento di un agente della Polizia Penitenziaria. L’episodio è avvenuto il 12 agosto intorno alle 19.30, nel padiglione E – “Arcobaleno”, durante la pausa cena, momento in cui il personale in servizio è ridotto al minimo.

L’uomo aveva realizzato un cappio rudimentale con l’elastico dei boxer, fissandolo alle grate della finestra della cella, e vi aveva infilato la testa. L’agente, notata la situazione, è entrato immediatamente nella cella e lo ha sollevato di peso, liberandolo dal nodo e impedendo la tragedia.

A raccontare l’episodio è il segretario generale dell’OSAPP, Leo Beneduci, che definisce il gesto dell’assistente “l’esempio di cosa sia davvero la Polizia Penitenziaria: uomini e donne in uniforme al servizio dello Stato nelle carceri che, oggetto di accuse spesso infondate per abusi e torture da attribuire invece alle gravissime carenze del sistema e all’inefficienza dell’Amministrazione, salvano vite grazie alla loro professionalità e al loro spirito di sacrificio”.

Beneduci sottolinea come “senza quel poliziotto penitenziario, i report di una politica per lo più assente ai problemi penitenziari citerebbero oggi un morto in più nelle nostre carceri”. E aggiunge che, nonostante la penuria di mezzi, di organici e un generale stato di abbandono organizzativo, “per quanto ci risulta come sindacato, ha esito infausto non oltre l’8-10% dei tentativi di suicidio che il disagio, la disperazione e i ricatti delle associazioni criminali all’interno delle sezioni detentive suggeriscono ai ristretti”.

Il leader dell’OSAPP richiama infine la necessità di un intervento concreto da parte del Governo: “È ora che alla buona volontà e al coraggio delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria si aggiunga il reale interesse dell’esecutivo attraverso progetti, al momento del tutto inesistenti – se non per un incremento dei posti detentivi che in assenza di risorse umane aggraveranno gli attuali problemi, suicidi compresi – per la riqualificazione e il potenziamento del Corpo, unica forza di polizia dello Stato addetta non solo a incarichi di polizia ma anche con attribuzioni di vera e propria pacificazione sociale”.

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