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Cronaca
13 Agosto 2025 - 10:19
Michele Arneodo
Lutto nel mondo accademico e scientifico per la morte di Michele Arneodo, 65 anni, originario di Torino e tra i più autorevoli studiosi di fisica applicata alle scienze della vita. Professore ordinario presso il Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università del Piemonte Orientale, Arneodo è deceduto nella mattinata di martedì 12 agosto a Ginevra, dove si trovava con la famiglia. La notizia è stata confermata dal suo ateneo, che in una nota ha sottolineato come «la tragica scomparsa sottragga alla comunità scientifica internazionale e a tutta la comunità UPO uno dei più influenti esponenti nell'ambito della fisica applicata alle scienze della vita».
La carriera di Arneodo era iniziata nel 1985 come ricercatore presso la sezione torinese dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dove aveva lavorato su progetti di altissimo profilo. Dal 1995 si era unito all’allora II Facoltà di Medicina e Chirurgia di Novara, contribuendo allo sviluppo dell’Università del Piemonte Orientale e assumendo nel 2005 il ruolo di professore ordinario. La sua attività didattica e scientifica si era intrecciata con un forte impegno nella formazione post-universitaria: dal 2015 aveva diretto il Master in “Manager ambientale per la gestione del decommissioning e dei rifiuti radioattivi in ambito sanitario, industriale e di ricerca”, organizzato in collaborazione con Sogin, fornendo competenze uniche in un settore strategico e delicato.
Rinomato nella comunità scientifica internazionale, Arneodo aveva legato buona parte della sua vita professionale al Cern di Ginevra, il più grande laboratorio mondiale di fisica delle particelle. Qui aveva collaborato al progetto CMS, uno dei due esperimenti al Large Hadron Collider (LHC) che portarono alla storica scoperta del bosone di Higgs, rivoluzionando la fisica moderna. Nell’aprile 2024 era stato eletto Chairperson del Collaboration Board dello stesso progetto, un incarico di prestigio che confermava il riconoscimento internazionale per la sua competenza e il suo ruolo di leadership scientifica.
La sua scomparsa priva l’Italia e il mondo di un ricercatore capace di coniugare rigore scientifico, visione interdisciplinare e impegno formativo. Lascia un’eredità fatta di scoperte, pubblicazioni e progetti che continueranno a influenzare la ricerca negli anni a venire.
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