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Cronaca

Mihai Opulele ferito dalle macerie: cosa è successo davvero nel cantiere di Ciriè

Le indagini svelano che l’uomo lavorava in nero nel cantiere edile. I coniugi accusati di tentativo di depistaggio per nascondere la verità

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Carabinieri, immagine di repertorio

Un nuovo e importante dettaglio emerge sull'incidente che ha coinvolto Mihai Opulele, operaio romeno di 48 anni, rimasto gravemente ferito durante dei lavori in un cantiere edile a Ciriè. In un primo momento, si era parlato di un balcone che aveva travolto l'uomo mentre si trovava sotto di esso.

Tuttavia, le indagini hanno portato a una correzione fondamentale nella dinamica: Opulele si trovava sopra il balcone quando questo è crollato, colpendolo con le macerie e i ferri incastonati nella muratura.

L’incidente, che ha avuto luogo nel pomeriggio del 7 agosto, ha visto l’operaio lavorare su un balcone in fase di ristrutturazione quando questo, improvvisamente, si è staccato dal muro perimetrale e è crollato. Le macerie e i ferri che lo componevano hanno colpito Opulele, ferendolo gravemente. Il colpo è stato talmente violento da provocare il suo svenimento.

L'uomo è ricoverato in ospedale a Ciriè

A seguito dell’incidente, la coppia di coniugi proprietari del cantiere, inizialmente, aveva cercato di minimizzare l’accaduto, dichiarando che avevano trovato l'uomo ferito casualmente in un prato, in località Roboronzino nel Comune di Ciriè.

Tuttavia, gli accertamenti dei Carabinieri di Ciriè hanno rivelato che l'operaio stava lavorando in nero, senza alcuna regolarizzazione, e che il cantiere non rispettava le normative di sicurezza sul lavoro.

Un altro dettaglio emerso nelle indagini è che i coniugi, per evitare conseguenze legali, avrebbero cercato di nascondere la verità. Dopo l’incidente, infatti, avrebbero caricato l’operaio sulla loro auto e lo avrebbero abbandonato in un prato, per poi chiedere l’intervento dei soccorsi.

L’indagine, coordinata dalla Procura di Ivrea, ha portato alla denuncia dei tre coinvolti: i coniugi, di rispettivamente 48 e 46 anni,  per tentativo di depistaggio e il direttore dei lavori, un altro uomo di 48 anni, per negligenza sul lavoro.

Le violazioni alle normative di sicurezza sono gravi e pongono l’accento sulle condizioni precarie in cui lavorano molti operai nei cantieri edili.

I Carabinieri hanno confermato che il cantiere non era conforme alle prescrizioni previste dal DGLS 81/2008, che regola la sicurezza sul lavoro.

La vicenda, che inizialmente sembrava un semplice incidente, si sta trasformando in un caso che solleva seri interrogativi sulle condizioni di lavoro in molti cantieri. 

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