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Cronaca
07 Agosto 2025 - 09:58
Operazione "Cuore di ghiaccio": mamma usava la figlia neonata come scusa per portare la droga in auto
Avevano trasformato la loro quotidianità in un via vai continuo di polvere bianca, la cocaina, consegnata ovunque e a qualunque ora, anche con una neonata in auto. Per farla addormentare, avrebbero detto in caso di controllo. Peccato che nel frattempo consegnassero droga.
L’operazione Cuore di ghiaccio ha portato all’arresto di 9 persone, tutte residenti a Carmagnola, in provincia di Torino. Sono 7 uomini e 2 donne, il più giovane ha 22 anni. In manette sono finiti 6 italiani e 3 albanesi, ma a incastrarli sono stati soprattutto gli stessi telefoni usati per vendere. Nella rubrica di uno degli acquirenti, infatti, una delle donne era salvata come cuore di ghiaccio. Nome perfetto, hanno pensato i carabinieri.
A condurre l’inchiesta è stata la sezione operativa del Comando Compagnia Carabinieri di Moncalieri, coordinata dalla Procura della Repubblica di Asti, con il supporto delle Aliquote di primo intervento del Comando provinciale di Torino e del nucleo cinofili di Volpiano. Gli arresti sono avvenuti nelle ultime ore.
La droga
Il gruppo agiva come una vera impresa familiare. Non solo spacciavano insieme, ma si aiutavano, si coprivano e, se necessario, sostituivano turni come in un lavoro qualsiasi. Il quartiere generale era proprio Carmagnola, ma la droga viaggiava anche nei comuni limitrofi della cintura torinese. Secondo gli investigatori, volevano conquistare il mercato locale della droga, e per farlo non avevano esitato a commettere rapine.
Già, perché tutto nasce da lì. Da una rapina avvenuta nel giugno 2024. Tre uomini entrano in azione e vengono subito identificati. Sono sempre loro, gli stessi che finiranno nell’elenco degli arrestati durante l’operazione Cuore di ghiaccio. Rapine per comprare la droga da spacciare. Un sistema tanto semplice quanto pericoloso.
Nel corso delle indagini, durate circa un anno, i carabinieri hanno documentato oltre 500 episodi di spaccio, in gran parte di cocaina. Le consegne? Ovunque. A casa degli acquirenti, nei parcheggi dei supermercati, persino in piena notte. E spesso a bordo dell’auto c’era la figlia neonata di due indagati. Un dettaglio che ha colpito anche gli inquirenti: se li avessimo fermati, ci avrebbero detto che la bimba non dormiva, e che stavano facendo un giro in macchina.
Non era così. Era spaccio, e ben organizzato. Durante le intercettazioni, emerge un linguaggio in codice, una gestione attenta delle scorte e dei contatti, con modalità da piccoli imprenditori del crimine. Niente è lasciato al caso. Lo conferma il sequestro di un chilo di cocaina, oltre a svariate altre sostanze stupefacenti.
L’indagine ha portato anche a due arresti in flagranza, e ha smantellato una rete che, secondo gli investigatori, avrebbe potuto allargarsi ulteriormente.
L’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal giudice, chiude almeno per ora un cerchio. Ma le indagini potrebbero non essere finite.
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