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Cronaca
01 Agosto 2025 - 12:50
Mistero a Cogne: troppi gatti spariti in circostanze misteriose
Nella quiete alpina di Lillaz e Sonveulla, due minuscoli villaggi incastonati tra le montagne della Valle d’Aosta, si sta consumando un mistero che ha il sapore dell’inquietudine. In meno di trenta giorni almeno quindici gatti sono scomparsi senza lasciare traccia. Un numero enorme per una comunità che, tra le due frazioni, non raggiunge nemmeno i cento abitanti. Gatti domestici, affettuosi, abituati a muoversi in libertà tra sentieri, prati e boschi, come da tradizione nei contesti montani. Ma ora non rientrano più. E l’ipotesi peggiore comincia a prendere forma.
Non si tratta solo di timori dettati dal panico. La comunità ha segnalato ritrovamenti anomali, che fanno scartare l’ipotesi dell’attacco da parte di predatori selvatici, pur presenti nella zona. Due gatti morti sono stati trovati dentro sacchetti di plastica, abbandonati come rifiuti. E in un altro caso è stato rinvenuto un collare GPS, disattivato. Segni che suggeriscono una possibile matrice umana dietro la sparizione dei felini. E se così fosse, ci si troverebbe di fronte a un gesto deliberato, premeditato, inquietante.
Le parole “killer di gatti” sono comparse sui social, rilanciate dall’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (AIDAA), che si è detta “seriamente preoccupata” e ha invitato i cittadini a proteggere i propri animali domestici, evitando di lasciarli liberi nelle ore notturne e segnalando ogni comportamento sospetto. Secondo AIDAA, il numero di sparizioni è troppo elevato e ravvicinato per essere una coincidenza.
Anche il Comune di Cogne, da cui amministrativamente dipendono le due località, ha lanciato un appello attraverso i propri canali ufficiali, invitando a contattare i carabinieri o la polizia locale in caso di avvistamenti sospetti o nuove sparizioni. Un invito che è rimbalzato tra i gruppi locali di residenti e proprietari di seconde case, con l’obiettivo di costruire una rete di sorveglianza spontanea.
Non si esclude alcuna pista. Gli agenti delle forze dell’ordine stanno verificando i collegamenti tra i casi, a partire dalle segnalazioni circostanziate e dai ritrovamenti. L’area interessata si trova in un contesto naturale delicato, a circa 1.600 metri di altitudine, ai margini del Parco Nazionale del Gran Paradiso, dove convivono fauna selvatica, turismo sostenibile e comunità locali abituate a ritmi lenti e rapporti di fiducia. Ed è proprio questo equilibrio a essere ora scosso.
I residenti sono spaventati. C’è chi ha chiuso i gatti in casa, chi ha smesso di farli uscire, e chi controlla ossessivamente i vialetti ogni volta che un micio si allontana per più di qualche ora. La sensazione condivisa è che qualcuno stia colpendo di proposito, approfittando della bassa densità abitativa e del silenzio tipico di questi borghi isolati. "Non è solo il dolore per gli animali persi – spiegano alcuni abitanti – è la paura che tra noi ci sia qualcuno capace di fare del male senza alcuna ragione".
E intanto la vicenda solleva un altro tema, spesso sottovalutato: la vulnerabilità degli animali domestici nei contesti rurali. In montagna, la presenza dei gatti non è mai stata vissuta come un problema. Al contrario, sono considerati compagni di vita, guardiani di fienili e case, parte integrante del paesaggio umano e naturale. La loro sparizione, dunque, non è solo un fatto di cronaca nera, ma una ferita collettiva al senso di comunità.
Alcuni cittadini, nel frattempo, stanno organizzando ronde volontarie, altri propongono l’installazione di telecamere nei punti sensibili. La richiesta più urgente, però, resta quella di avere risposte certe. Sapere se si tratti davvero di azioni dolose, e nel caso, trovare i responsabili. Perché se è vero che in Italia l’uccisione volontaria di un animale domestico è perseguibile penalmente, è anche vero che molti di questi casi restano impuniti, soprattutto quando non ci sono testimoni o prove dirette.
Nel silenzio ovattato dei boschi valdostani, intanto, i gatti continuano a sparire. Il mistero si infittisce. E con esso, cresce la paura che quella serenità, che fa dei villaggi di Lillaz e Sonveulla luoghi così amati da turisti e abitanti, sia stata violata da qualcuno che agisce nel buio e nell’ombra, ma non per caso.
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