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Cronaca
01 Agosto 2025 - 10:28
Palo cade su un'auto a Bollengo: il rischio invisibile dei vecchi tralicci telefonici in legno
Una tragedia evitata per puro caso. Ma sarebbe potuta andare diversamente. A Bollengo, nei giorni scorsi, un vecchio palo in legno della linea telefonica fissa Tim, ormai visibilmente deteriorato, è crollato improvvisamente su un’auto parcheggiata lungo la provinciale per Albiano. Per fortuna in quel momento all’interno della vettura non c’era nessuno. I vigili del fuoco sono intervenuti rapidamente per mettere in sicurezza l’area, ma l’episodio ha riacceso un problema che da anni viene denunciato senza risultati: la pericolosità delle infrastrutture di rete in legno ancora presenti sul territorio, molte delle quali in stato di abbandono.
Il sindaco Luigi Ricca, dopo quanto accaduto, ha sollevato con forza il tema del mancato investimento sulla manutenzione delle linee telefoniche fisse, ormai considerate marginali in epoca di smartphone e fibra ottica. Ma nei fatti, la rete aerea che attraversa il Canavese – e molte aree extraurbane del Piemonte – continua a essere largamente utilizzata, soprattutto in zone agricole, frazioni isolate e comuni non ancora raggiunti da connessioni moderne. E proprio qui si nasconde il rischio: pali vecchi di decenni, logorati dal tempo o danneggiati da vento, piogge e neve, diventano minacce reali per l’incolumità pubblica.
Il palo caduto a Bollengo era da tempo segnalato come pericolante, ma nessuno è intervenuto. Una dinamica che si ripete con frequenza inquietante. In basso Canavese, tra San Benigno e Bosconero, basta percorrere le strade provinciali per notare intere linee telefoniche sorrette da pali storti, inclinati, in alcuni casi quasi del tutto sradicati dal terreno. A Cuorgnè, a Rivarolo, a San Colombano, la situazione non è diversa. In frazione Buasca, tempo fa, un palo già lesionato era crollato dopo aver trascinato con sé i cavi, causando il cedimento di un secondo sostegno e un black out telefonico che aveva isolato per ore diverse famiglie.
Chi si trova a convivere con queste strutture sa bene che non è facile capire a chi spetti la responsabilità di agire. Soprattutto nei casi in cui i pali danneggiati si trovano su terreni agricoli o in aree private, gli agricoltori si trovano abbandonati, senza sapere se possono rimuovere i pali pericolanti o se devono aspettare interventi che non arrivano mai. Il numero verde Tim 800.41.50.42, attivato per le segnalazioni urgenti, viene spesso ignorato o archiviato con tempistiche che mal si conciliano con il rischio reale di un crollo improvviso.
Eppure, la rete di pali in legno che regge ancora parte delle linee telefoniche fisse è un patrimonio infrastrutturale obsoleto, nato in un’altra epoca e mai realmente aggiornato. Con l’avvento della telefonia mobile e delle connessioni digitali, le risorse sono state dirottate su nuove tecnologie. Ma la rete fissa esiste ancora, e spesso è l’unica disponibile in zone rurali o montane, dove internet via cavo non arriva e dove anche la copertura mobile è parziale o instabile. In questi luoghi, la telefonia fissa è un servizio essenziale, non un reperto del passato.
L’episodio di Bollengo riapre una questione che riguarda decine di Comuni del Canavese e migliaia di cittadini. Serve un piano di verifica e manutenzione straordinaria delle linee ancora attive, con un censimento completo dei pali pericolanti. Serve che Tim – o chi per essa – torni a investire su un’infrastruttura che, sebbene meno redditizia, è ancora vitale. E serve soprattutto che non si aspetti il primo ferito o il primo morto per prendere sul serio il problema.
Nel frattempo, l’unica via resta quella della segnalazione. Alcuni Comuni stanno iniziando a diffondere attivamente il numero verde Tim sui propri canali ufficiali, ma è chiaro che non può bastare. La tutela dell’incolumità pubblica non può dipendere dalla fortuna o dalla tempestività di un sindaco.
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