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Cronaca
31 Luglio 2025 - 12:35
Lessolo, capriolo taglia la strada e centauro finisce in ospedale in elisoccorso
Non ha avuto scampo il motociclista che questa mattina, giovedì 31 luglio, si è trovato improvvisamente un capriolo in mezzo alla strada. Stava viaggiando sulla Provinciale 69, nel territorio di Lessolo, diretto verso Ivrea, quando l’animale ha attraversato l’asfalto. L’impatto è stato inevitabile e violentissimo.
L’uomo, un 69enne residente a Hône, stava percorrendo il tratto in direzione di Ivrea in sella alla sua moto, quando un capriolo ha improvvisamente attraversato la carreggiata, sbucando fuori dalla vegetazione senza lasciargli il tempo di reagire.
L’impatto, violentissimo, è avvenuto intorno alle 10.30 del mattino. L’animale ha colpito frontalmente la moto, facendo sbalzare il conducente sull’asfalto. La scena è stata notata da alcuni automobilisti di passaggio, che hanno immediatamente allertato i soccorsi. Sul posto sono intervenuti i volontari della Croce Rossa di Cuorgnè, che hanno prestato le prime cure e valutato da subito la gravità delle ferite riportate dal centauro.
Le condizioni dell’uomo sono apparse critiche fin dal primo momento: il trauma causato dalla caduta è stato talmente severo da rendere necessario l’intervento dell’elisoccorso, che è atterrato in un prato adiacente alla carreggiata per accelerare i tempi di trasporto. Stabilizzato sul posto, il ferito è stato elitrasportato in codice rosso all’ospedale Cto di Torino, specializzato nei traumi ortopedici complessi.
Sul luogo dell’incidente sono arrivati anche i carabinieri della stazione di Borgomasino, competenti per il territorio, che hanno eseguito i rilievi di legge per ricostruire con esattezza la dinamica dell'accaduto. Non si tratterebbe, purtroppo, di un caso isolato. Proprio in quel tratto della Provinciale 69, secondo quanto riferiscono alcuni abitanti della zona, gli attraversamenti improvvisi di fauna selvatica sono frequenti, soprattutto nelle prime ore del mattino e nelle giornate di pieno sole.
«Ci sono tratti in cui i caprioli sbucano all’improvviso dalle siepi», spiega un automobilista che abita a pochi chilometri dal luogo dello scontro. «Non è la prima volta che si verificano incidenti così. Una volta ho rischiato anch’io: fortunatamente ero in auto. Ma chi viaggia in moto è esposto».
Per consentire l’atterraggio dell’elicottero e le operazioni di soccorso, il tratto interessato è stato chiuso temporaneamente al traffico, con deviazioni istituite in collaborazione con la polizia locale. Il transito è stato ripristinato solo in tarda mattinata.
L’episodio di oggi riporta sotto i riflettori un fenomeno che, negli ultimi anni, è diventato sempre più diffuso: l’invasione delle strade da parte della fauna selvatica. Caprioli, cinghiali, daini e perfino cervi attraversano sempre più spesso le provinciali e le statali dell’Alto Canavese, attratti da zone agricole, corsi d’acqua o semplicemente in cerca di nuovi territori.
Il rischio di collisioni con i veicoli è elevatissimo, soprattutto nei tratti non protetti da recinzioni o barriere. E le conseguenze, come dimostra il caso di oggi, possono essere drammatiche. In moto, anche un urto lieve può rivelarsi letale: la perdita di controllo, la caduta e l’impatto con l’asfalto o altri mezzi rappresentano una combinazione ad altissimo rischio.
Molti comuni piemontesi hanno più volte sollecitato interventi strutturali: recinzioni, segnaletica potenziata, sensori intelligenti o dissuasori acustici. Ma nella maggior parte dei casi, le strade extraurbane restano completamente esposte agli attraversamenti degli animali.
Al momento, il 69enne è ricoverato in prognosi riservata al Cto di Torino, dove l’equipe medica sta monitorando l’evoluzione delle sue condizioni. Le prossime ore saranno decisive. Secondo quanto trapelato, avrebbe riportato diverse fratture e un trauma toracico importante, ma non sarebbe in pericolo di vita.
La speranza è che possa presto riprendersi, anche se la dinamica dell’incidente lascia poco spazio all’ottimismo. Intanto, resta l’interrogativo su quale sicurezza sia garantita ai motociclisti che attraversano ogni giorno le strade secondarie del Canavese, sempre più invase da un ecosistema che non conosce confini.
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