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Cronaca

Cadavere sul Monviso: ritrovato il corpo di un escursionista scomparso da 10 mesi

È quasi certo che si tratti del medico savonese Nicola Ivaldo, disperso nel 2024

Cadavere sul Monviso

Cadavere sul Monviso: ritrovato il corpo di un escursionista scomparso da 10 mesi

Un ritrovamento atteso da dieci lunghi mesi e avvenuto in uno dei luoghi più impervi e solitari delle Alpi occidentali. Questa mattina, sulla parete nord del Monviso, a quota 3.150 metri, è stato individuato un cadavere all’interno del canale Perotti, uno dei tre canaloni che solcano il versante sopra il ghiacciaio pensile. Gli indizi raccolti nelle ultime ore portano a ritenere che il corpo appartenga a Nicola Ivaldo, 66 anni, medico ortopedico di Pietra Ligure, nel Savonese, scomparso il 15 settembre del 2024 durante un’escursione solitaria.

Il dottor Ivaldo si era avventurato da solo lungo i sentieri del versante cuneese del Monviso, lasciando la propria auto nella zona di Castello, nei pressi della diga di Pontechianale. Da quel momento si erano perse le sue tracce. Nonostante l’intenso lavoro delle squadre di ricerca nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa, la montagna aveva mantenuto il suo silenzio, senza restituire alcun indizio determinante. Solo le celle telefoniche agganciate quel giorno avevano fornito un’area di riferimento: il versante nord del Monviso.

Il ritrovamento odierno è frutto di un lavoro congiunto e paziente. Nei giorni scorsi, la Prefettura ha attivato un coordinamento interforze, coinvolgendo Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese, che hanno iniziato un’intensa attività di perlustrazione sui versanti del Monviso e del vicino Visolotto. L’uso di droni specializzati ha permesso di scandagliare le zone prioritarie, indicate grazie all’analisi dei dati telefonici raccolti all’epoca della scomparsa.

Dopo che le condizioni meteo proibitive di martedì avevano costretto le squadre a sospendere le operazioni, i piloti dei droni sono tornati stamane al Pian del Re, riprendendo l’esplorazione delle aree sospette. È in uno di quei tratti verticali, difficilmente accessibili, che il corpo è stato individuato, adagiato nel canale più a destra del Perotti.

Immediatamente è decollato un elicottero dei Vigili del Fuoco, che ha prelevato a bordo anche operatori del Soccorso Alpino e personale delle Fiamme Gialle, per procedere al recupero della salma e agli accertamenti di polizia giudiziaria. Sebbene si attenda la conferma definitiva dell’identità, la posizione del ritrovamento coincide perfettamente con le ultime tracce digitali lasciate dal telefono cellulare del medico savonese.

La comunità di Pietra Ligure, dove Nicola Ivaldo era molto conosciuto e stimato, aveva seguito con apprensione gli sviluppi della vicenda. Uomo abituato alla montagna, Ivaldo amava l’escursionismo in solitaria e non era nuovo a percorsi impegnativi. Proprio questa passione lo aveva condotto sul Monviso in quel giorno di settembre, in una stagione in cui le condizioni ambientali possono cambiare rapidamente e trasformare una gita in un’impresa fatale.

La storia del medico savonese ricorda con drammatica chiarezza quanto possa essere sottile il confine tra libertà e rischio in ambiente alpino. A distanza di quasi un anno, il suo corpo è stato ritrovato in uno dei luoghi più ostili del massiccio, incastrato in una parete che ha resistito a mesi di ricerche. Solo la determinazione delle squadre e l’utilizzo delle tecnologie più avanzate hanno permesso di fare luce su una vicenda che rischiava di restare avvolta nell’incertezza.

Ora sarà compito delle autorità verificare l’identità tramite esami e documenti, ma tutto porta a pensare che il Monviso abbia finalmente restituito Nicola Ivaldo alla sua famiglia. Una chiusura dolorosa, ma fondamentale, per chi ha atteso così a lungo un segnale.

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