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Cronaca
25 Luglio 2025 - 10:39
Scout bloccati nel fango tra i boschi del Bellunese: salvati al buio dai soccorritori
Ventidue ragazzi, alcuni ancora minorenni, in difficoltà su un sentiero di montagna diventato impraticabile per il fango, bloccati nella Val di Faè, in provincia di Belluno, mentre cercavano di raggiungere la loro tappa successiva. È finita con paura, stanchezza e una notte al riparo di fortuna, ma poteva trasformarsi in qualcosa di molto peggio l’escursione affrontata da un gruppo scout della provincia di Cuneo, soccorso nella serata di giovedì 25 luglio da una squadra del Soccorso alpino del Centro Cadore.
Partiti la mattina da Auronzo di Cadore, i ragazzi si erano messi in marcia lungo un itinerario che avrebbe dovuto condurli, attraverso il Cason di Ciampediei, fino a Vigo di Cadore. Ma nel tardo pomeriggio, ormai in prossimità della Val di Faè, la situazione è precipitata: il sentiero prescelto si è rivelato eccessivamente ripido e scivoloso, reso quasi impraticabile dal fango accumulato in seguito alle recenti piogge. Camminare in sicurezza era diventato impossibile, e alcuni membri del gruppo hanno cominciato a temere per la propria incolumità.
A quel punto è scattata la richiesta d’aiuto. I soccorritori, allertati e coordinati dal Centro Cadore, hanno rapidamente individuato la posizione del gruppo, raggiungendoli a piedi in una zona impervia. Per garantire una discesa in sicurezza, è stato necessario installare corde fisse, utilizzate per superare i tratti più difficili del sentiero, dove anche stare in piedi era complicato. Con pazienza e attenzione, il gruppo è stato riaccompagnato fino ai mezzi fuoristrada, lungo un itinerario alternativo rispetto a quello inizialmente previsto.
Completamente fradici e provati, i giovani scout sono stati accolti con grande disponibilità dalla Pro loco di Lorenzago, che ha messo a disposizione il proprio tendone, offrendo un riparo sicuro per la notte. I soccorritori hanno effettuato più viaggi tra Tre Ponti e Lorenzago, trasportando gruppi alla volta fino a raggiungere l’intero contingente. Solo a mezzanotte le operazioni si sono concluse del tutto, con il rientro delle squadre.
L’intervento si è svolto senza feriti né conseguenze fisiche per i ragazzi, ma l’episodio riaccende l’attenzione sulla gestione dei percorsi escursionistici per gruppi giovanili, soprattutto in aree montane soggette a mutamenti rapidi delle condizioni del terreno. Un sentiero che la mattina può sembrare sicuro può diventare, nel giro di poche ore, un pericolo reale. E nel caso di minori o camminatori inesperti, i tempi di reazione e la logistica dell’intervento di soccorso diventano determinanti.
Il ruolo dei volontari del Soccorso alpino, ancora una volta, si è dimostrato cruciale. Con professionalità e rapidità, hanno evitato che un’escursione educativa si trasformasse in un’emergenza di più ampia portata. Il gruppo ha potuto riprendere fiato sotto il tendone messo a disposizione a Lorenzago, tra coperte, bevande calde e una comunità che ha saputo accogliere e proteggere. Un lieto fine che nasce da una rete efficiente di soccorso e solidarietà, e che ricorda quanto la montagna, con tutto il suo fascino, debba essere sempre affrontata con prudenza.
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