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Cronaca

Tragedia in Valle d'Aosta: escursionista 15enne precipita e muore dopo essersi perso

Il giovane, di nazionalità straniera, ha chiamato i genitori prima di cadere vicino alla Becca di Viou

Tragedia in Valle d'Aosta

Tragedia in Valle d'Aosta: escursionista 15enne precipita e muore dopo essersi perso (foto archivio)

Aveva solo quindici anni, ma si era spinto da solo lungo uno dei percorsi più impegnativi della Valle d’Aosta, quello che porta alla Becca di Viou, una vetta di quasi 2.900 metri sopra la conca di Aosta. Non è tornato indietro. Il suo corpo è stato ritrovato il mattino dopo, senza vita, a 2.000 metri di altitudine, sotto una scarpata che segna la fine del bosco. È caduto, probabilmente nel buio, cercando una via di ritorno che non ha mai trovato.

Il ragazzo, di nazionalità straniera, aveva lanciato un ultimo segnale ai genitori nella serata precedente: era disorientato, non riusciva più a individuare il sentiero corretto. L’allarme è scattato immediatamente, ma la montagna di notte non perdona. Il telefono si è spento e con lui ogni possibilità di localizzarlo in tempo.

I genitori, disperati, hanno allertato le autorità. Da quel momento è partita una corsa contro il tempo: le squadre dei vigili del fuoco, il Soccorso Alpino Valdostano, il SAGF della Guardia di Finanza e il Corpo Forestale hanno cominciato a scandagliare la zona con droni, torce e visori notturni. Il buio, il terreno impervio e la vastità dell’area hanno reso tutto più difficile. Soltanto al mattino, grazie a un sorvolo in elicottero, i soccorritori hanno visto un corpo ai piedi di un pendio, tra rocce e pini. Era lui.

La tragedia si è consumata in una delle aree più frequentate da escursionisti esperti e amanti della natura, ma che non perdona leggerezze o improvvisazioni. Il ragazzo, secondo le prime ricostruzioni, stava seguendo il sentiero classico che da Blavy sale verso la Becca, ma ha sbagliato traccia. L’ipotesi più probabile è che, nel tentativo di ritrovare la via giusta, sia scivolato nel vuoto, forse a causa del terreno sdrucciolevole o della scarsa visibilità. L’impatto con le rocce non gli ha lasciato scampo.

Sarà ora compito della Procura di Aosta e delle autorità di pubblica sicurezza ricostruire con precisione gli eventi. La salma è stata trasferita alla camera mortuaria del capoluogo, dove è atteso il riconoscimento ufficiale da parte dei familiari. Non sono ancora stati resi noti né il nome né il paese di provenienza del giovane, ma si sa che si trovava in Valle d’Aosta per un soggiorno estivo.

Il dolore è palpabile anche tra chi ha partecipato alle ricerche. I soccorritori hanno parlato di un’operazione complessa e delicata, aggravata dal tempo limitato, dall’oscurità e dalla difficoltà di accesso ai luoghi. Ogni tentativo di geolocalizzazione è fallito dopo l’ultima chiamata: il telefono aveva smesso di trasmettere.

La morte del giovane riapre un tema delicato, quello della sicurezza in montagna per i minori non accompagnati. Non è chiaro se il ragazzo fosse in escursione con altri, se avesse informato qualcuno della sua partenza, né con che mezzi fosse arrivato fino a quell’altitudine. Quel che è certo è che si è trattato di una scelta rischiosa, forse sottovalutata da lui stesso o da chi avrebbe dovuto vigilare.

In Valle d’Aosta, come in altre regioni alpine, i sentieri di alta quota sono spesso privi di copertura telefonica, scarsamente segnalati in alcuni tratti e richiedono equipaggiamento tecnico adeguato, oltre che esperienza. La Becca di Viou, con i suoi panorami spettacolari, è una meta ambita, ma negli anni non sono mancati incidenti mortali, soprattutto in condizioni di meteo incerto o in caso di deviazioni improvvisate dal percorso tracciato.

Le reazioni nella comunità locale sono state immediate. "È un dolore profondo, non ci sono parole", dice un volontario del Soccorso alpino. "Quando ricevi una chiamata per un ragazzo disperso, preghi solo di trovarlo vivo. Ma quando è solo, in quota, di notte, sai che le speranze sono poche".

Ora si attende anche un’eventuale autopsia, per chiarire tempi e modalità della morte. Le autorità stanno verificando se ci siano responsabilità terze: chi sapeva della sua escursione? Era sotto la tutela di un adulto? Era parte di un gruppo organizzato o si è avventurato da solo, magari con l’illusione dell’autonomia che spesso accompagna gli adolescenti?

Intanto, in cima a un sentiero dove si incontrano cielo e pietra, un ragazzo ha perso la vita. E una famiglia, altrove, ha perso tutto.

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